Rischio climatico per le imprese: da una corretta gestione nascono opportunità
Come il cambiamento climatico colpisce le aziende? Conoscere e gestire i rischi fisici, finanziari e da transizione è l'unica via verso un’economia sostenibile
Il cambiamento climatico è un fenomeno estremamente complesso: nasce da un’alterazione all’apparenza di poco conto di un parametro atmosferico (la concentrazione di gas serra) e, grazie alle interazioni interne al sistema Terra, si sviluppa inesorabilmente. La complessità del fenomeno si ripercuote anche su piccole ma fondamentali componenti del sistema stesso: le aziende. Secondo le linee-guida europee (EU 2019 Guidelines on reporting climate-related information), esse sono sottoposte a due tipi di rischio: uno è quello legato alle alterazioni degli eventi naturali, il rischio fisico, l’altro invece è dovuto alla reazione della componente antropica del sistema, la società, al cambiamento stesso. Si tratta del rischio da transizione verso un’economia sostenibile.
Il rischio fisico
È il rischio forse più diretto e ovvio: quello legato ai danni materiali che le aziende possono subire a seguito di eventi naturali estremi o cronici. Per eventi estremi si intendono accadimenti di breve durata e di grande intensità: alluvioni, tornado, ondate di calore, ondate di freddo, incendi, siccità, etc. La frequenza e l’intensità di molti di questi fenomeni sono già cresciute o previste in crescita. Gli eventi cronici sono invece caratterizzati da una bassa intensità, ma lunga durata: degradazione dei suoli, innalzamento del livello del mare, scarsità d’acqua, perdita di biodiversità, variazione delle temperature medie, etc. Come conseguenza, le imprese possono registrare danni alle infrastrutture, ai lavoratori, ai macchinari, ai prodotti finiti, alla catena di distribuzione e alla catena di approvvigionamento. Anche se un’azienda non si trova in un territorio a rischio, potrebbe essere comunque soggetta a interruzioni forzate della produzione se, ad esempio, le imprese che le forniscono materie prime o energia vi si trovano. Più il business di un’impresa è complesso (se si articola su diversi territori e su diversi settori) più sarà alta la probabilità che sia sottoposto a un rischio climatico non indifferente.
Accanto ai rischi fisici, sorgono quelli finanziari legati alla loro gestione: è necessario infatti riservare dei fondi per la riparazione di eventuali danni o trasferire il rischio ad un’assicurazione, sottoscrivendo pacchetti assicurativi adeguati. Potrebbe però diventare presto difficile trovare compagnie disposte ad assicurare infrastrutture particolarmente esposte al rischio fisico, con una possibile crescita esponenziale dei premi assicurativi. Eventuali danni fisici, inoltre, avrebbero indiscusse ripercussioni negative in termini di andamento azionario e reperibilità del credito.
Il rischio da transizione
I rischi da transizione nascono dall’adattamento al cambiamento climatico della società stessa, la quale ha iniziato una transizione, appunto, verso un modello più sostenibile. Tali rischi si possono dividere fra rischi di compliance (legati a politiche e regolamentazioni, legali, reputazionali), rischi di mercato e rischi tecnologici.
Rischi da politiche e regolamentazioni, legali
I governi nazionali e le istituzioni sovranazionali (ad esempio l’Unione Europea) si stanno sempre più attivando nell’ideazione e implementazione di politiche che permettano di ridurre l’impatto climatico delle attività economiche. Questo significa che le aziende si trovano a dover rispettare regole che impongono, ad esempio, massimi di efficienza energetica e/o minimi di emissione di gas serra. Allo stesso tempo, i meccanismi di carbon-pricing attribuisco un costo alle emissioni stesse, modificando il prezzo dei combustibili fossili. Oppure, ancora, alcuni provvedimenti possono alterare le dinamiche di un intero settore: si pensi ai massicci finanziamenti alla mobilità elettrica da parte del governo cinese, che hanno introdotto un importante fattore competitivo a favore dell’industria dell’auto elettrica nel paese. Ovviamente, l’impatto dell’adeguamento alle normative non può che essere diverso a seconda dell’attività svolta da ciascuna azienda e della preparazione dell’azienda stessa: quanto prima l’impresa ridurrà le proprie emissioni o si libererà dai combustibili fossili a favore di fonti rinnovabili, tanto prima essa sarà immune al rischio appena esposto. Dai rischi da regolamentazioni discendono rischi legali: multe, compensazione dei danni, obblighi di adeguamento dovuti al mancato rispetto dei limiti previsti.
Rischi reputazionali
Le aziende più inquinanti causano un danno all’intera società. Di questo la società stessa – i clienti, i dipendenti, gli investitori, etc. – è sempre più consapevole. Le imprese meno virtuose sono quindi sottoposte alle conseguenze di questa consapevolezza. Esse attireranno sempre minori quote di mercato e faranno sempre più fatica a collaborare con le autorità pubbliche. Sarà sempre più difficile per loro convincere i lavoratori più qualificati a sceglierle.
Non solo, la loro capacità di reperire finanziamenti sarà sempre più ridotta: il mondo della finanza si sta infatti orientando sempre più verso investimenti sostenibili, cioè in società che dimostrino i propri sforzi verso un minore impatto ambientale. Ad esempio, i fondi europei sostenibili sono cresciuti tre volte di più di tutti gli altri nel 2019; le imprese facenti parte del Climate Leader Index (CDP A) hanno mostrato performance finanziarie migliori del 5.5% annuo negli ultimi 7 anni rispetto alle altre. Alcune delle più grandi istituzioni finanziarie (BlackRock, Banca Europea per gli investimenti) hanno deciso di disinvestire dalle compagnie meno sostenibili.
La finanza sta iniziando a capire che le imprese con alto impatto ambientale sono sottoposte a un rischio climatico maggiore delle altre (ad esempio per quanto riguarda i rischi da regolamentazioni, di mercato e tecnologici – vedi paragrafi successivi). Comincia quindi a smettere di finanziarle, così da rendere ancora più concreto il rischio stesso. Ovviamente, il viaggio verso un mondo finanziario sostenibile è appena iniziato. La tendenza, però, è destinata a continuare, se non altro per questo effetto di rinforzo del rischio climatico, a cui si va ad aggiungere quello reputazionale proprio a seguito della reazione dei mercati finanziari.
Rischi di mercato
Le preferenze dei consumatori si stanno spostando sempre più verso prodotti sostenibili, così da sottoporre le aziende che non li producono a una aumentata concorrenza da parte di quelle che invece su questi prodotti hanno scommesso. Per questo ridurre l’impatto ambientale associato ai propri prodotti è una grande opportunità, per le aziende che la coglieranno, di inserirsi in nuovi mercati in espansione, magari per prime, così da ipotecare una posizione da leader.
Rischi tecnologici
La necessità di rispettare le normative o di imporsi come società sostenibili implica il dover adeguare ed ammodernare i propri impianti e i propri processi di produzione. Risulta quindi necessario adottare le più avanzate tecnologie di contenimento delle emissioni e rimanere al passo con i nuovi sviluppi tecnologici, così da non trasformarsi nell’azienda più inquinante. Questo comporta costi non trascurabili, soprattutto per le aziende che, in ritardo, devono cercare di tenere il passo di altre, così da dover apportare in poco tempo cambiamenti radicali.
Risulta quindi chiaro che i rischi da transizione sono di fatto tali per le compagnie meno virtuose, così che l’impatto dell’azienda sull’ambiente si trasforma in impatto dell’ambiente (in senso lato, comprendente la società in cui l’azienda è inserita) sull’azienda stessa. Ecco l’importanza di ridurre quanto prima il proprio carbon footprint.
Al contrario, per le aziende virtuose non si prospettano rischi ma piuttosto opportunità: tali aziende hanno sviluppato infatti fattori competitivi che già oggi stanno dando i loro frutti (ad esempio qui) e che, soprattutto, sono tali da manifestarsi in maniera sempre più dirompente man mano che la crisi climatica si approfondirà, lasciando alle spalle tutte le imprese che non hanno ascoltato la scienza per tempo.