Il mese di marzo si conferma mite e decisamente siccitoso.
Le temperature
L’anomalia termica su scala nazionale ricalca quella del mese di febbraio attestandosi intorno a +1.4°C sopra la media del trentennio 1981-2010. Questo valore si pone al 9° posto fra i più elevati degli ultimi 60 anni e, analogamente al mese di febbraio, scaturisce quasi esclusivamente dall’anomalia delle temperature massime che ha toccato +2°C.
Ciò soprattutto per i valori fuori stagione raggiunti spesso al Nord: l’anomalia sulla temperatura massima al Nord-Ovest è di +2.7°C, l’anomalia sulla temperatura massima al Nord-Est è di +2.4°C, e al Centro: l’anomalia sulla temperatura massima è di +2.2°C.
Fra i picchi di temperatura raggiunti nel mese spiccano i 23.8°C di Trieste toccati il giorno 23, che rappresentano il nuovo record storico di temperatura massima degli ultimi 60 anni relativa al mese di marzo.
Le precipitazioni
Il dato più significativo, comunque, resta quello relativo alla carenza di precipitazioni, evidenziato da una forte anomalia negativa pari a -58% a livello nazionale, dovuta in gran parte al Centro-Nord dove è piovuto circa un terzo rispetto alla norma; mentre, considerando il Nord-Ovest si scende addirittura a un quarto delle precipitazioni normali.
Per il Centro si tratta del 5° mese di marzo più secco degli ultimi 60 anni, mentre per il Nord e per l’Italia intera si tratta del 7° posto fra i mesi di marzo più secchi della serie storica.
La siccità
Questo dato già di per sé preoccupante non fa altro che aggravare il problema della siccità, cominciato alla fine dell’autunno, che ha portato a un deficit complessivo pari a -36%, calcolato a partire da dicembre, e che equivale a circa 23 miliardi di metri cubi di pioggia in meno rispetto alla norma.
Tale risultato ci dice che siamo in una situazione iniziale ancora più grave di quella affrontata nel 2017 quando a fine marzo cominciava ad evidenziarsi un notevole stress idrico, ma con un’anomalia un po’ più contenuta pari a -28%.