Treno anomalo di tempeste sul cuore dell’Europa: cosa sta succedendo?
Gli 11 episodi registrati dall'inizio di febbraio hanno fatto segnare un numero record di giornate tempestose in molte località
Nelle ultime settimane c’è stato un via vai di tempeste nel cuore dell’Europa: da inizio febbraio se ne sono susseguite 11 in Francia. L’ultima è arrivata ieri, giovedì 5 marzo, quando i nostri cugini d’oltralpe hanno sperimentato raffiche di vento oltre i 100 km/h. Sono stati registrati 117 km/h a Cap Ferret nel dipartimento della Gironda, località sul litorale occidentale a una cinquantina di chilometri da Bordeaux. Questa sequenza di tempo perturbato e molto ventoso è incominciata in realtà all’inizio dell’inverno ma ha toccato il suo picco tra febbraio e questo inizio di primavera.
E così, dall’inizio di febbraio ben undici episodi tempestosi hanno colpito la Francia, una successione davvero notevole. Ad inaugurare questa incredibile sfilata, è stata la tempesta Hervé tra il 3 e il 4 di febbraio. A seguire Ciara (9-11 febbraio), Inès (13 febbraio), Dennis (13 febbraio), poi la tempesta del 26 febbraio in Corsica rimasta senza nome (205 km/h a Cagnano, 168 km/h a Conca), Bianca (27 febbraio), Jorge (29 febbraio), Lèon (1° marzo), Karine (2 marzo), Myriam (3 marzo) e infine ieri Norberto.
Dall’inizio dell’inverno meteorologico fino al 3 marzo 2020, il numero di giorni con vento tempestoso (raffiche oltre 100 km/h) è da record per diverse località.
Stazioni | N. giorni tempestosi dal 01/12/2019 al 03/03/2020 |
Precedente record (anno) |
Bâle-Mulhouse | 6 | 4 (1990) |
Lons-le-Saunier) | 5 | 3 (2000) |
Bordeaux | 4 | 3 (2010) |
Pau | 4 | 3 (1996) |
Tarbes | 6 | 3 (2001) |
Saint-Girons | 3 | 2 (1996) |
Bastia | 10 | 8 (1982) |
Toulouse | 3 | 3 (1996) |
Qual è la causa di questo treno di tempeste?
Febbraio è stato caratterizzato da anomalie della pressione atmosferica che hanno evidenziato un forte dipolo generato dalle profonde basse pressioni sul Nord Atlantico e sull’Europa settentrionale (anomalie che hanno raggiunto i -15/-20 hPa) e dalle elevate alte pressioni misurate tra le Azzorre e il Mediterraneo (anomalie superiori a +5 hPa).
Questa configurazione, tipica di una struttura “NAO +” (Oscillazione Nord Atlantica in fase positiva) è accompagnata da venti ovest/sud-ovest sull’Europa più forti del normale che hanno coinvolto anche i venti in alta quota, in particolare la corrente a getto polare responsabile dalla genesi dei cicloni extra-tropicali.
Ecco del perché di un inverno eccezionalmente mite in tutta Europa (l’intenso flusso occidentale atlantico ha spinto aria mite e temperata fino alla Russia) e del perché di un così elevato numero di cicloni che hanno poi raggiunto lo stadio di tempesta.
Ma come vengono stabiliti i nomi delle tempeste?
A partire dal 1954, l’Istituto di meteorologia dell’Università di Berlino battezza con un nome tutti i cicloni ed anticicloni che influenzeranno le condizioni meteorologiche nell’Europa centrale. Negli anni pari i cicloni hanno un nome femminile e gli anticicloni un nome maschile, il contrario avviene negli anni dispari. Dal 2002 è possibile per chiunque acquistare il nome da dare ad un ciclone (199 euro) e ad un anticiclone (299 euro). Da allora più di 1800 persone sono diventati i padrini o le madrine di cicloni e anticicloni europei.
A fine 2015 il servizio meteorologico del Regno Unito (Met Office) e dell’Irlanda (Met Eireann) hanno deciso di nominare autonomamente i cicloni extra-tropicali che raggiungono lo stadio di tempesta e che colpiscono le Isole Britanniche. Ogni anno viene stabilita un elenco di nomi come avviene per gli uragani.
Dal 2017, anche il servizio meteorologico di Francia (Météo-France), Spagna (AEMET) e Portogallo (IPMA) ha deciso di nominare le tempeste in arrivo sul loro territorio.
Se una tempesta colpisce prima le Isole Britanniche, verrà utilizzato il nome scelto dai servizi meteorologici di Irlanda e Regno Unito, ovviamente si applica lo stesso criterio nel caso in cui arrivi prima in Francia, Spagna o Portogallo.
I cicloni verranno battezzati con un nome solo se comportano l’emissione di una allerta per vento almeno di colore arancione in uno di questi paesi.
Perché nominare le tempeste in Europa?
Dare un nome ad una tempesta consente di comunicare in modo più efficace l’arrivo di una intensa perturbazione in grado di portare venti molto forti e potenzialmente pericolosi. I sondaggi condotti nel Regno Unito e in Irlanda, prima dell’attuazione a fine 2015 del loro sistema di denominazione, hanno evidenziato come la popolazione fosse molto più attenta alle direttive e ai comportamenti da seguire quando il pericolo legato al forte vento era identificato in modo chiaro con un nome.