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Un giugno mai così caldo per la Terra, e in futuro sarà anche peggio

Sbriciolati i record storici in mezza Europa

Giugno 2019 si è concluso con un caldo record in ampie fette d’Europa, e in particolare in Francia, Spagna, Svizzera e Italia, tutti paesi in cui sono stati sbriciolati veri e propri record storici. Ma la verità è che non si è trattato di un episodio isolato, limitato all’Europa, e la conferma è arrivata proprio in questi giorni dal Copernicus Climate Change Service (C3S), ramo climatico del Copernicus Earth Observation Programme dell’Unione Europea: in base ai dati raccolti e analizzati dai ricercatori, il giugno di quest’anno a livello planetario è infatti il più caldo a partire da quando i termometri hanno cominciato a raccogliere regolarmente dati di temperatura attraverso tutti i continenti. Battuto quindi il record del 2016 che, fino a quest’anno, era a scala globale il mese di giugno più caldo di sempre.

Non solo in Europa

Il caldo, come già accennato, ha colpito con durezza anche il nostro continente, dove giugno si è rivelato il più bollente dal 1880 a oggi, con una temperatura di oltre 2 gradi superiore alla norma, dove la norma è calcolata come la media del periodo 1981-2010. A tale record ha senz’altro contribuito l’eccezionale ondata di caldo che tra il 25 e il 29 del mese ha stretto d’assedio una buona fetta del continente: in alcuni paesi europei sono stati letteralmente sbriciolati i record storici mensili, e addirittura in Francia, a Gallargues-le-Montueux, il 28 giugno si sono toccati 45,9 gradi, temperatura in assoluto senza precedenti per questa nazione (prima di quest’anno in Francia non si erano mai superati i 45 gradi).

Anomalie termiche tra il 25 e il 29 giugno. Crediti: ECMWF/Copernicus Climate Change Service

Perché?

Come mai un mese tanto rovente? La risposta può sembrare banale, ma non c’è dubbio che, in queste temperature record, vi sia lo zampino del cambiamento climatico! Del resto l’aspetto principale dei recenti stravolgimenti climatici è proprio il rapido aumento delle temperature medie planetarie, fenomeno noto come Global Warming. Non è un caso quindi che, a livello planetario, i mesi di giugno degli ultimi 5 anni siano, assieme a quello del 1998, i sei più caldi degli ultimi 100 anni e che in Europa, negli ultimi 15 anni, solo nel 2014 a giugno si siano registrate temperature (leggermente) al di sotto della media 1981-2010.

Andamento delle temperature di giugno. Crediti: ECMWF/Copernicus Climate Change Service

Cosa ci riserva il futuro

E in futuro, cosa dobbiamo attenderci? Non facciamoci illusioni: le proiezioni effettuate con i più aggiornati e sofisticati modelli climatici descrivono un futuro con estati caratterizzate da temperature via via sempre più alte e ondate di caldo estremo sempre più frequenti. Impressionanti, ad esempio, le proiezioni proposte da una ricerca che ha analizzato la frequenza delle ondate di caldo “mortali”, capaci cioè di causare nella popolazione un sensibile aumento della mortalità: lo studio dell’Università delle Hawaii, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, indica che molto probabilmente entro il 2100 circa il 75% della popolazione mondiale dovrà fare i conti con ondate di caldo mortali!

Andrea Giuliacci

Laureato in Fisica all’Università degli Studi di Milano, ha successivamente conseguito il dottorato in Scienze della Terra presso l’Università Federico II di Napoli e dal 2013 tiene il corso di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Dal 1997 lavora come meteorologo presso Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) e dal febbraio 2002 cura le previsioni del tempo in video per i telegiornali delle reti Mediaset. Collabora regolarmente con settimanali e mensili di diffusione nazionale ed è autore o coautore di diversi libri.

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