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Il rischio climatico nel mondo finanziario

Qual è il rischio legato agli investimenti nei settori più dannosi per il clima e come prevenirlo

Il cambiamento climatico rappresenta ormai un tema centrale nel mondo degli investimenti finanziari, tanto che la Banca europea per gli investimenti ha deciso di interrompere i finanziamenti ai progetti con combustibili fossili entro la fine del 2021. BlackRock, una delle più grandi società di investimento mondiali, con un patrimonio gestito di 7000 miliardi di dollari, eviterà di finanziare società che presentino un elevato rischio legato al cambiamento del clima.

Non solo BlackRock, ma ogni banca o società di investimento dovrà fare i conti con il cambiamento climatico, presto o tardi. Gli investimenti nei combustibili fossili, infatti, soprattutto il carbone, e in attività ad alto impatto ambientale, come le trivellazioni nel fragile Artico, sono investimenti ad alto rischio: se le centrali a carbone dovessero essere dismesse a seguito di nuove normative, ad esempio, gli investitori si troverebbero a possedere asset inutilizzabili. Non solo, l’evoluzione del mercato verso investimenti più sostenibili farà emergere nuovi costi reputazionali: chiunque remerà contro questo trend sarà oggetto di pressioni pubbliche sempre più forti, che non potranno che indurre al cambiamento. Anche le più grandi banche dipendono infatti, in ultima analisi, dai singoli – ad esempio tutti coloro che sottoscrivono un fondo pensione -, che potrebbero scegliere di affidare i propri risparmi a istituzioni più virtuose.

Questo dimostra l’importanza delle dichiarazioni non-finanziarie, che valutino l’esposizione di ogni singola azienda ai cambiamenti climatici, così che le banche possano decidere se finanziarla o meno: solo con analisi pubbliche, complete e trasparenti, si potrà valutare in modo oggettivo il rischio reale legato a determinati investimenti. Il Financial Stability Board ha creato un intero organismo con il compito di rendere il mercato finanziario sempre più attivo su questo fronte: la Task Force on Climate-related Financial Disclosures, che conta già l’appoggio di compagnie con un portafoglio totale di più di 135.000 miliardi di dollari, si occupa proprio di diffusione e miglioramento delle analisi della posizione di imprese e banche rispetto al climate change. 135000 miliardi di dollari è una cifra non di poco conto, considerando che il PIL mondiale vale all’incirca 80.000 miliardi di dollari.

Ogni istituzione finanziaria dovrà subire delle perdite, perché cambiare il proprio portafoglio costa – sempre –, ma l’entità delle perdite dipenderà dal tempismo delle decisioni prese. Chi agirà prima avrà in premio conseguenze più contenute.

Elisa Terenghi

Nata a Monza nel 1994, mi sono laureata in Fisica del Sistema Terra presso l’Università di Bologna nel marzo 2019, conseguendo anche l’Attestato di formazione di base di Meteorologo del WMO. Durante la tesi magistrale e un successivo periodo come ricercatrice, mi sono dedicata all’analisi dei meccanismi di fusione dei ghiacciai groenlandesi che interagiscono con l’oceano alla testa dei fiordi. Sono poi approdata a Meteo Expert, dove ho l’occasione di approfondire il rapporto fra il cambiamento climatico e la società, occupandomi di rischio climatico per le aziende.

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