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A colpi di voce e contrabbasso, la lotta di Carlotta a favore dell’ambiente

La storia di Carlotta Sarina, ventenne che per risvegliare le coscienze addormentate utilizza la musica. È in tour con lo spettacolo "Detonazione"

Ci sono diversi modi per attirare l’attenzione e lottare a favore del Pianeta. Carlotta Sarina, ventenne originaria di Salsomaggiore Terme, che ha studiato al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha deciso di farlo a colpi di voce e contrabbasso. “Musicista per passione, attivista per missione. Canto e suono il contrabbasso. Il mio cognome è Sarina. Il mio nome è Carlotta. Una parola che contiene in sé le mie due anime di Carli e di Lotta” si legge sul suo sito dove è attiva una raccolta fondi a sostegno dei suoi progetti. “Detonazione” è il titolo del suo primo spettacolo sull’ambiente così chiamato perché Carlotta, anzi Lotta, vuole generare una reazione, un’onda esplosiva superiore a quella del suono stesso della sua musica, per risvegliare le coscienze di chi non vuole prendere atto di quanto sia grave quello sta succedendo nel mondo. Lotta di nome e di fatto, è anche portavoce di “The Clothest” un e-commerce no profit di abiti e accessori di seconda mano di alta moda.

 

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Ho avuto la possibilità di intervistare Carlotta. Di seguito domande e risposte.

Quando e come è nata in te l’esigenza di lottare per il Pianeta?

Partiamo dal principio. Alle scuole medie ho scoperto un nuovo modo per esprimermi: cantare. Da lì è nata la mia passione per la musica. Crescendo, stavo perdendo il perché…. Mi domandavo: “Perché suono? Perché la musica?” Dopo una profonda crisi durante il primo anno di Conservatorio stavo per lasciare questa strada. Suonare stava iniziando a sembrarmi una distrazione verso tutto quello che accadeva nel mondo. Volevo dedicarmi totalmente allo studio dell’Ecologia, ma prima di lasciare tutto ho capito che potevo conciliare passione e missione, mettendo l’una al servizio dell’altra. Mi sono quindi chiusa in casa due mesi a buttare fuori tutte le idee che quell’anno di crisi aveva maturato dentro di me. Il momento che ha cambiato la mia vita è stato il 6 luglio 2022 a Strasburgo.

 

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Ero partita con zaino e tenda in spalla con Fridays For Future, insieme a Ultima Generazione, Extinction Rebellion, Legambiente, Greenpeace e No TAV. Siamo andati a manifestare davanti al Parlamento a Strasburgo per evitare che l’Unione Europea riconoscesse il gas e il nucleare come fonti di energia sostenibile. È assurdo pensare che 750 parlamentari europei erano riuniti per prendere una decisione del genere e quanto possa sembrare folle che si debba manifestare per evitarlo. Ogni passo verso questa decisione è un passo indietro verso le energie sostenibili. Eppure noi eravamo là, pronti a urlare il nostro dissenso. Eravamo nel Reno, il fiume che costeggia il Parlamento Europeo. Il Reno, un fiume che da sempre è causa di guerre di confine tra francesi e tedeschi; quel giorno era diventato il confine tra chi voleva salvare la vita dell’uomo sul Pianeta e chi era pronto a sacrificarla in cambio di profitto. Io facevo parte del gruppo dei manifestanti in canoa, coloro che dovevano proteggere quelli in prima linea che manifestavano in acqua. Nonostante l’immensa voglia di far sentire la nostra voce, i momenti di tensione e paura non sono mancati, soprattutto con l’arrivo della polizia sia in acqua, sia a terra. Mentre ci scortavano, iniziai a cantare. Scelsi un motivo semplice, cantai “Bella Ciao”. Con mio grande stupore vidi che il poliziotto che prima ci urlava addosso, si unì a me fischiettando il motivo della canzone. Alla fine della traversata sul Reno, perché si, in tutto ciò stavano navigando, polizia sulla barca, noi sulle canoe, l’uomo che si era messo a cantare con me mi si avvicinò e mi disse “Complimenti, bellissima voce” e ci lasciò andare. Quella era stata la mia Detonazione. E anche se cercheranno di fermarci io continuerò a dedicare la mia musica e la mia vita a questo argomento. Non esiste nulla di più importante e urgente per me.

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In che modo la musica può sostenere iniziative volte alla sensibilizzazione delle persone sulle tematiche ambientali?

Penso che la musica sia da sempre espressione della collettività e veicolo di messaggi impegnati. Basti pensare alla musica di protesta degli anni ‘60-’70 in cui le canzoni non erano solo un prodotto di moda di largo consumo, ma erano molto di più, sono diventate canali di espressione di un’intera generazione. Ed è quello che sto cercando di fare io con il mio spettacolo. Gli scienziati di tutto il mondo non sanno più come avvisarci, le loro parole sono chiare e inequivocabili eppure il loro canto sembra rivolto a un mondo di sordi. Mi ricorda il “Non canimus surdis” dalle Bucoliche di Virgilio. Il poeta diceva di non fare poesia per le persone che non la sanno ascoltare, io invece vorrei rivolgermi proprio a costoro. Proprio a coloro che sono sordi e non vogliono ascoltare. Il mio obiettivo è smuovere le coscienze. Prendere posizione. Prima di tutto cambiando la mia vita. Non si può chiedere agli altri di cambiare senza partire da se stessi: sono diventata vegana, ho iniziato a vestire solo second hand, cerco davvero di non toccare più, o farlo il meno possibile, i combustibili fossili, abbiamo messo torrette dell’acqua in ufficio e a casa per non comprare più bottiglie monouso, ho iniziato a lavorare in un orto condiviso e a comprare solo prodotti km zero. Se con le mie parole e le mie note convincessi anche solo una persona a cambiare il suo comportamento e a fare scelte più sostenibili io sarei già ricompensata di tutto lo sforzo, la passione, l’impegno. Questo voglio. Questo è l’unico mio scopo.

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Raccontami del tuo tour: che tipo di accoglienza hai trovato? Cosa provi quando ti esibisci?

Sono partita il 19 agosto e sono poi rientrata il 29. “Detonazione” è uno spettacolo, voce e contrabbasso. Inizia con 3 pièce teatrali, una sulla mia presa di posizione, una sull’impatto del fast fashion e l’ultima sul collasso climatico. La struttura è modulare con scene della durata di 15 minuti ciascuna e si può svolgere in teatro o, in forma semplificata, nelle piazze. Dopo aver passato l’estate del 2021 a suonare opere come Don Giovanni, Madama Butterfly e Don Pasquale, sentivo che era giunto il momento di scrivere la mia. Ho deciso di portare il mio spettacolo di denuncia in tour europeo in Interrail accompagnata solo dal mio contrabbasso e dal videomaker Andrea Della Rocca di ARE Films che ha documentato tutta l’esperienza. Io ero pronta a partire da sola, ma una volta in viaggio, mi sono resa conto che sarebbe stato molto meno interessante ed efficace l’esperienza. Sarò sempre molto riconoscente a loro per aver creduto in me. Il tour ha toccato quattro tappe diverse: Parigi, Berlino, Praga e Vienna. Ogni tappa ha lasciato qualcosa di diverso in me e io spero di aver lasciato un po’ della mia musica. Quando ho iniziato questa nuova avventura ero elettrizzata, ma allo stesso tempo avevo paura, ma una paura che non mi ha fermato, anzi mi ha acceso. Una volta arrivata non vedevo l’ora di esibirmi. Forse la cosa che mi preoccupava di più era recitare in inglese e imparare a memoria tutti i testi o il pensiero di come avrebbe reagito la gente al mio spettacolo, ma alla fine una volta in scena tutte le paure e le preoccupazioni svanivano. C’eravamo solo io, il mio contrabbasso e la mia musica.

Cosa vorresti dire ai tuoi coetanei? Quali piccoli gesti possono servire per dare una svolta?

Come prima cosa gli consiglierei di rimanere sempre aggiornati e di informarsi su quello che accade al nostro Pianeta. Bisogna avere consapevolezza di quello che succede intorno a noi. Poi di conseguenza agire anche solo con dei piccoli gesti quotidiani per migliorare la situazione e aiutare l’ambiente. Per esempio differenziare, evitare gli sprechi, ridurre gli imballaggi inutili, fare più acquisti green di prodotti ecologici e naturali e usare abiti di seconda mano. Pensare di diventare vegani, spostarsi in treno, aggiustare al posto che sostituire. Queste sono alcune idee, poi ovvio è una cosa che deve partire da ognuno di noi, nonostante il mio progetto e la mia lotta, non posso obbligare le persone ad agire in un determinato modo piuttosto che un altro. L’unica cosa che si può fare è essere un po’ più consapevoli della situazione e agire di conseguenza.

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Guardando al futuro, pensi riusciremo a raggiungere i traguardi fissati nell’ Agenda ONU 2030?

Siamo in tempo a cambiare rotta, ma ad oggi per riuscirci dobbiamo fare in modo che ognuno faccia la sua parte, partendo anche dalle proprie abitudini di consumo e dalle scelte di vita. Anche i Governi devono prendere in seria considerazione questi obiettivi e renderli vincolanti per tutte le imprese. Quello che mi pare di vedere è un mondo ancora impegnato sui temi della crescita e dell’economia. Una concentrazione miope che sta portando solo conflitti. Non credo che l’attuale leadership politica a livello sia globale sia nazionale abbia seriamente capito che il Pianeta è l’unico che abbiamo e la nostra sopravvivenza è l’unica vera emergenza. Gli scienziati di tutto il mondo non sanno più come avvisarci. Sappiamo bene che la salute degli esseri umani è strettamente connessa a quella degli animali e dell’ambiente naturale. Il divulgatore David Attenborough e lo scienziato Johan Rockstrom lo sottolineano chiaramente. I contenuti sono anche disponibili nel saggio di quest’ultimo che parla dei nove confini che sono stati identificati dagli scienziati come quelli che non devono essere superati se vogliamo mantenere l’equilibrio dell’ecosistema terrestre e quindi garantire la salute dell’umanità: si va dallo strato di ozono alla biodiversità e ognuno di essi è caratterizzato da dei punti di non ritorno che, se oltrepassati, causerebbero una catastrofica reazione a catena. Per evitare il peggio occorre avviare la più rapida transizione economica della nostra storia: un obiettivo che non significa tornare al Medioevo e che può essere realizzato, a patto di assistere a un’energica iniziativa politica e sociale.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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