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Andrea e Marco Spinelli, i due fratelli che dedicano la propria vita alla salvaguardia dell’ambiente. L’intervista

"Purtroppo l’uomo agisce quando è troppo tardi e adesso c’è ancora qualche speranza: non c’è più tempo per prevenire ma è arrivato il momento di agire davvero. La cosa che spaventa di più è la disinformazione"

È possibile dedicarsi anima e corpo alla tutela dell’ambiente? Si, se ci si chiama Andrea e Marco Spinelli. Nati a Cefalù, anche grazie a un papà che quando erano ancora piccoli ha trasmesso loro la passione per il mare e li ha fatti crescere guardando i documentari di Jacques Cousteau, hanno creato una sinergia unica, mettendo a disposizione le proprie competenze per cercare di sensibilizzare più persone possibile: Andrea come biologo marino e Marco come film-maker e documentarista. Nel 2021 hanno portato a termine il documentario “Missione Euridice” basato sul recupero di una tonnellata di reti abbandonate nel golfo di Cefalù. “Missione Euridice” ha preso il nome dalla ninfa amata dal pastore Orfeo e morta per il morso di un serpente; per salvarla Orfeo discende fino agli inferi ed è quello che metaforicamente hanno fatto Marco e Andrea con la loro missione subacquea: calarsi sotto il mare di Cefalù e disincagliare le reti fantasma, pulendo i fondali anche dagli altri rifiuti.

 

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Per avere sostegno durante questo progetto, iniziato nel 2020, i due fratelli si sono affidati a una piattaforma di crowdfunding e in poco tempo sono riusciti a raccogliere 15000 euro, la cifra adatta per organizzare una missione con esperti e specialisti del mare. “Abbiamo liberato la zona dei Campanari di Cefalù da una tonnellata di plastica e a distanza di quasi 12 mesi abbiamo notato la differenza: il mare si è ripopolato, i coralli sono tornati a splendere. Con la realizzazione e la diffusione del documentario speriamo di prevenire l’abbandono delle reti nei mari e aumentare la conoscenza di questo grave problema globale. Abbiamo un’enorme responsabilità verso il Pianeta, verso noi stessi e soprattutto verso le generazioni future“.

In base ai dati del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente la situazione è catastrofica: ogni anno 640000 tonnellate di reti da pesca vengono abbandonate negli oceani.

 

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Un altro progetto molto importante a cui si stanno dedicando da quasi un anno è “Shark Preyed” che vuole raccontare e documentare il commercio di carne di squalo in Europa, una realtà poco conosciuta e creare una maggiore consapevolezza riguardo le minacce che vivono questi animali nei nostri mari. Secondo uno studio scientifico pubblicato nel 2021 sulla rivista Nature, il numero di squali negli oceani di tutto il mondo negli ultimi 50 anni si è ridotto del 70%. Ogni anno scompaiono circa 75 milioni di squali a causa dell’uomo: le principali minacce sono la pesca eccessiva e le catture accidentali. Gli squali sono particolarmente vulnerabili perché crescono lentamente e molte specie raggiungono la maturità sessuale dopo 10-25 anni di vita. Il declino degli squali è un fattore che contribuisce al deterioramento dei nostri oceani; per contribuire alla loro conservazione e migliorare la salute degli oceani è necessaria una migliore comprensione e conoscenza del loro complesso commercio mondiale.

 

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Ho avuto la possibilità di intervistare Marco Spinelli, di seguito domande e risposte.

Possiamo dire che la scintilla che ha portato te e Andrea a dedicarvi alla salvaguardia dell’ambiente sia stata innescata da vostro papà?

Abbiamo avuto la grande fortuna di aver sempre vissuto il mare in modo intenso soprattutto grazie a nostro padre che ci ha trasmesso la sua passione. Da piccoli anziché farci guardare i cartoni animati ci suggeriva i documentari di Jacques Cousteau.

Famiglia Spinelli

Cosa vuole dire per te mettersi a servizio del Pianeta?

Quando abbiamo iniziato a girare i primi video è scaturita in noi la necessità e la voglia di parlare di un problema molto importante e poco conosciuto. Da quando io e mio fratello abbiamo unito le nostre strade, cerchiamo sempre di raccontare ed informare, in maniera semplice, le persone su argomenti scientifici che spesso possono risultare pesanti o difficili, invitando anche ad agire. La cosa che mi spaventa di più, infatti, è la disinformazione. Si parla tanto di cambiamenti climatici o inquinamento, ma da fuori, ed è per questo che a me piace sporcarmi le mani, raccontare il Mar Mediterraneo, il mare più sovrasfruttato al mondo. In pochi, infatti, conoscono il nostro mare e quello che ci circonda. Prendiamo ad esempio le reti fantasma, spesso le persone credono che sia un problema che colpisce mari tropicali, lontani, quando invece è proprio qui, a casa nostra. È questo che ci permette di aiutare il Pianeta, informando.

 

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Missione Euridice ha portato alla luce la drammatica situazione determinata dall’abbandono delle reti da pesca in mare nel Golfo di Cefalù che diventano trappole mortali per molte specie: quali sono i tuoi ricordi più vivi durante quelle immersioni? Cosa ne avete fatto di tutte quelle reti raccolte, una cifra enorme, una tonnellata? Pensi vi attiverete in altre zone?

Ricordo l’incontro con una cernia, apparentemente morta, in realtà ancora viva ma completamente soffocata dalle reti che siamo riusciti a liberare. Non ci rendiamo conto dell’impatto umano sotto il livello del mare, sembra tutto nascosto ma il Pianeta ci sta chiedendo aiuto. L’idea era quella di riciclare le reti una volta raccolte, purtroppo erano troppo consumate dal tempo e sono state smaltite dal comune di Cefalù, poiché considerate “rifiuto speciale”. L’idea è quella di continuare con delle pulizie di fondali nel 2023 in diverse parti d’Italia e Spagna.

Recupero reti da pesca

Un altro progetto importante riguarda la salvaguardia degli squali, passando dalla sensibilizzazione sulla loro condizione alla reintroduzione di piccoli nell’ambiente. Quali emozioni avete raccolto?

Raccontare gli squali è sempre una grande emozione, soprattutto immergersi con loro e creare un rapporto di rispetto, ti permette di entrare veramente in contatto con questi meravigliosi animali, sopravvissuti a tutte le estinzioni di massa e che oggi rischiano l’estinzione a causa dell’uomo. Il nostro obiettivo è distruggere lo stereotipo terribile che è stato costruito negli ultimi 50 anni su questo animale, a causa di film e disinformazione. Quando guardi uno squalo negli occhi resti ipnotizzato dalla sua bellezza ed eleganza infinita.

Come si può trasmettere una corretta consapevolezza ambientale alle nuove generazioni?

Credo che sia fondamentale educare i ragazzi a partire dalla scuola, servono più lezioni di educazione ambientale e attività che permettano ai piccoli di divertirsi e toccare con mano ciò che ci circonda. La consapevolezza è l’arma migliore per combattere il futuro incerto e preoccupante che ci aspetta.

Avete in mente qualche altro progetto?

Shark Preyed è il progetto su cui punteremo nel 2023.

 

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Infine, pensi capiremo prima o poi che siamo noi al servizio del nostro Pianeta e non viceversa?

Purtroppo l’uomo agisce quando è troppo tardi e adesso c’è ancora qualche speranza. Non c’è più tempo per “prevenire” ma è arrivato il momento di agire davvero, il Pianeta ce lo sta chiedendo. Possiamo agire in diversi modi, noi lo facciamo divulgando, raccontando il mare. Jacques Cousteau lo chiamava “il mondo del silenzio”, il nostro compito oggi è dar voce a quel mondo meraviglioso, origine della vita, passato, presente e futuro.

Foto rimozione, immagine scattata dal drone

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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