Le società finanziarie dovranno segnalare il proprio impatto sul clima: l’inedita legge della Nuova Zelanda
Il ministro per i Cambiamenti Climatici ha spiegato che anche il mondo della finanza deve fare la sua parte: «questa legge metterà i rischi climatici e la resilienza al centro del processo decisionale»
Il clima riguarda tutto, compresa la finanza. Se questo è sempre più evidente in tutto il mondo, è la Nuova Zelanda a confermarsi ancora una volta particolarmente all’avanguardia in questo senso. Guidato da Jacinda Ardern, il Paese è il primo a portare avanti una legge che obblighi le società del mondo della finanza a dichiarare in modo trasparente l’impatto che le proprie operazioni hanno sul clima.
«Non possiamo arrivare a zero emissioni nette di carbonio entro il 2050», ha commentato in una nota il Ministro per i Cambiamenti Climatici James Shaw, se anche il settore della finanza non fa i conti con l’impatto «che stanno avendo i suoi investimenti sul clima». «Questa legge – ha aggiunto – metterà i rischi climatici e la resilienza al centro del processo decisionale finanziario e aziendale».
Il disegno di legge è stato presentato al Parlamento della Nuova Zelanda: dopo che sarà approvato, si prevede che le prime segnalazioni delle aziende arrivino a partire dal 2023. Secondo quanto ha riferito il governo nei mesi scorsi, chi non sarà in grado di dichiarare il proprio impatto sarà tenuto a spiegare le ragioni.
La premier Jacinda Ardern, che nello scorso autunno è tornata alla guida del Paese portando a casa la più grande vittoria elettorale che il suo partito abbia visto in mezzo secolo, ha già portato avanti diverse politiche volte a ridurre le emissioni, tra cui la promessa di rendere il settore pubblico a emissioni zero entro il 2025, e in questo periodo è impegnata anche in una battaglia contro il fumo di sigaretta, che punta a vietare per chiunque sia nato dopo il 2004 per creare una generazione smoke-free.
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