Come diventare una azienda a impatto zero? Le linee guida dell’UE
L'obiettivo è innescare un circolo virtuoso che abbia benefici sull'ambiente e che si traduca, di conseguenza, in vantaggi per le aziende
La Commissione europea ha pubblicato delle nuove linee guida per migliorare la consapevolezza delle aziende sul loro impatto ambientale. «L’emergenza climatica non ci lascia altra scelta che passare ad un modello economico a impatto climatico zero», commenta Valdis Dombrovskis, vice presidente responsabile della Stabilità finanziaria, dei Servizi finanziari e dell’Unione dei mercati capitali. «Le nuove linee guida aiuteranno le aziende a scoprire l’impatto dei cambiamenti climatici sul proprio business e viceversa in modo da permettere agli investitori di compiere decisioni consapevoli.»
La Commissione ha anche pubblicato tre report curati dal Technical Expert Group sulla finanza sostenibile che includono raccomandazioni chiave sulle attività che possono contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Queste linee guida saranno utili a circa 6 mila aziende in Europa, tra imprese, banche, compagnie di assicurazione. Non bisogna dimenticare però che le aziende non potranno considerarsi totalmente sostenibili a prescindere dal sistema in cui operano.
Come diventare una azienda a impatto climatico zero?
Un’attività economica contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici quando aiuta a stabilizzare le concentrazioni di gas serra in modo da prevenire la dannosa interferenza delle attività antropogeniche con il sistema clima, attraverso la riduzione o azzeramento delle emissioni di gas serra o favorendo l’eliminazione dei gas serra.
Ma in che modo? Ad esempio producendo o usando energia rinnovabile, migliorando l’efficienza energetica, aumentando la mobilità a impatto climatico zero, usando materiali rinnovabili per la produzione.
Tra gli investimenti green ci sono anche iniziative volte alla promozione dell’economia circolare, alla prevenzione dell’inquinamento atmosferico, all’uso sostenibile dell’acqua e delle risorse marine.
I passi e i suggerimenti proposti dai report sono innumerevoli.
In Europa questo processo richiede investimenti per più di 500 miliardi
«Vorremmo dedicare un quarto del budget a disposizione dell’UE ad azioni mirate alla lotta ai cambiamenti climatici a partire dal 2021», ha dichiarato Dombrovskis. «I soldi pubblici però non saranno sufficienti. Per questo l’UE ha deciso di incentivare lo spostamento di capitali privati verso progetti green. Speriamo che l’Europa sia di esempio per chi vorrà fare questo percorso insieme a noi».
Si tratta di un piano di azione che richiede più di 500 miliardi di euro annui di investimenti in tutto, compreso il settore dei trasporti, dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia. Secondo il report, però, per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici, servirebbero tra i 175 e i 290 miliardi di euro in più ogni anno per il prossimo decennio.
Obiettivi
La Commissione Europea ha fissato come obiettivi da raggiungere entro il 2030 il taglio del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990, il consumo di energia proveniente per almeno il 32% da fonti rinnovabili e il raggiungimento di almeno il 32,5% del risparmio energetico rispetto al normale.
Solo l’azione collettiva può fare la differenza nel completare il prima possibile la transizione ad una economia ad impatto climatico zero. Si tratta di innescare un circolo virtuoso che trasformi i rischi in opportunità con effetti positivi sul clima e l’ambiente, i quali, di conseguenza, avranno impatti positivi sulla società, sul mercato e sulle aziende.
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