Economia e FinanzaEnergia

La nuova era rinnovabile: questioni geopolitiche

Il sistema energetico sta finalmente cambiando: quali meccanismi stanno portando dal fossile alle rinnovabili? Parte 3 - i vantaggi geopolitici

Il 2020 potrebbe aver segnato l’inizio del declino del fossile e la definitiva ascesa delle rinnovabili.

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]L’alba di una nuova era rinnovabile – Parte 1[/box]

Si tratta di una transizione ormai economicamente conveniente: non solo ridurrebbe l’inquinamento, migliorando la nostra salute, e limiterebbe il cambiamento climatico, ma sarebbe anche foriera di crescita e lavoro.

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]L’alba di una nuova era rinnovabile: il tramonto del fossile – Parte 2[/box]

E i suoi vantaggi non finiscono qui:

La Cina

La Cina oggi consta del 72% della produzione mondiale dei moduli solari, del 69% delle batterie al litio e del 45% delle turbine eoliche, oltre a controllare molte delle materie prime rare necessarie all’energia verde, quali litio e cobalto. Insomma, la Cina è ben avviata a diventare una superpotenza elettrica. La sua crescita nel mercato mondiale dell’energia potrebbe però essere arginata: soltanto se la crescita nel settore delle altre potenze, Unione Europea e USA, sarà più veloce.

L’investimento massiccio dei governi occidentali nelle rinnovabili permetterebbe quindi di evitare la minaccia alla democrazia che uno strapotere cinese nell’energia rappresenterebbe. 

Indipendenza energetica

Allo stesso tempo, si ridurrebbe la nostra dipendenza energetica dall’estero, avvantaggiando proprio paesi come l’Italia, che ha un’alta disponibilità di energia rinnovabile (si pensi, ad esempio, al solare).

Gli stati del petrolio

Ancora, le profonde perdite che gli stati esportatori di petrolio hanno già iniziato a subire (le entrate del governo dell’Arabia Saudita sono crollate del 49% nel secondo semestre del 2020) rappresentano un fattore di rischio non ininfluente. Sicuramente, però, tali nazioni diverranno più rappresentative: inizieranno a dipendere dalla tassazione ai propri cittadini, che guadagneranno, quindi, potere. Gli stati importatori, inoltre, si concentreranno sulla gestione della propria produzione interna di energia, anziché perpetuare il pericoloso gioco delle ingerenze nella politica degli stati esportatori (fra cui le 60000 truppe statunitensi stanziate in Medio Oriente). Se è vero che verrà a mancare la maggiore fonte di introiti di tali paesi, questa si porterà via anche la maggiore fonte di instabilità e conflitto.

Energia (quasi) ovunque

Proprio l’attuale forte localizzazione spaziale delle fonti fossili rende l’approvvigionamento energetico particolarmente soggetto anche ad instabilità geopolitiche relativamente localizzate. Le fonti rinnovabili hanno, chiaramente, caratteristiche opposte.

Grazie alla diversificazione tecnologica e spaziale nella produzione di energia, la nuova era potrebbe quindi regalarci un futuro geopoliticamente più stabile e più equo, come anche un mercato dell’energia più competitivo e non più controllato da pochi grandi attori.

È l’alba di una nuova era per l’energia e per l’umanità.

Elisa Terenghi

Nata a Monza nel 1994, mi sono laureata in Fisica del Sistema Terra presso l’Università di Bologna nel marzo 2019, conseguendo anche l’Attestato di formazione di base di Meteorologo del WMO. Durante la tesi magistrale e un successivo periodo come ricercatrice, mi sono dedicata all’analisi dei meccanismi di fusione dei ghiacciai groenlandesi che interagiscono con l’oceano alla testa dei fiordi. Sono poi approdata a Meteo Expert, dove ho l’occasione di approfondire il rapporto fra il cambiamento climatico e la società, occupandomi di rischio climatico per le aziende.

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