Agricoltura in crisi a causa dei cambiamenti climatici. L’innovazione portata da Irreo sull’irrigazione
Un progetto innovativo nato con l'obiettivo di consentire agli operatori del settore di automatizzare il proprio impianto irriguo in maniera intelligente ed efficiente per contrastare i problemi di siccità
Il clima sta cambiando e ci troviamo a fare i conti con eventi meteorologici che si fanno sempre più violenti: siamo oltre la frase “non ci sono più le mezze stagioni” perché ormai ci troviamo di fronte a situazioni che mettono in ginocchio le nostre vite. Basta solo pensare all’estrema siccità che quest’anno ha inaridito gran parte d’Italia: il 2022 sembra destinato a diventare l’anno più caldo e siccitoso degli ultimi 64 anni per il nostro Paese. I dati raccolti dai nostri studiosi non lasciano spazio a dubbi e confermano i sospetti avanzati i mesi scorsi. In attesa degli ultimi giorni di dicembre, che segna il primo mese dell’inverno meteorologico, il trimestre statisticamente più freddo, salvo stravolgimenti, possiamo già affermare che quest’anno sarà il più caldo e probabilmente anche il più siccitoso, dalla fine degli anni ’50.
Il 2022 è stato segnato, specie in alcune aree, da una forte siccità che si è trascinata anche nei mesi autunnali. Il bilancio vede l’Italia spaccata in due: l’autunno si è chiuso con grandi differenze tra Nord (specie Nord-Ovest) e Sud. A livello stagionale, la combinazione di due mesi piovosi (settembre e novembre) con un mese molto siccitoso (ottobre) ha determinato un’anomalia poco pronunciata di segno negativo, pari a -5%, ma con una distribuzione spaziale che vede ancora le regioni nord-occidentali in pesante deficit (-43%), il Sud con accumuli decisamente sopra la media (+31%) e le altre macro aree con valori vicini alla norma. Secondo dati Coldiretti l’esplosione degli eventi estremi di quest’anno, con una media di oltre 9 al giorno tra siccità, nubifragi, forti raffiche di vento e violente grandinate, ha provocato danni per l’agricoltura nazionale per un valore che supera i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale.
A fronte di questa situazione, voglio raccontarvi un progetto innovativo, Irreo, nato con l’obiettivo di consentire agli operatori del settore agricolo di automatizzare il proprio impianto irriguo in maniera intelligente ed efficiente per contrastare i problemi di siccità. Si tratta di un sistema avanzato che unisce le potenzialità delle moderne tecnologie di osservazione satellitare, intelligenza artificiale ed automazione per far rendere al meglio le colture, ottimizzando le strategie di irrigazione in base a diversi fattori. Sono state sviluppate delle tecniche di irrigazione di precisione attraverso l’utilizzo di software capaci di valutare il fabbisogno irriguo a seconda della tipologia di coltura e dei diversi parametri analizzati attraverso algoritmi. Inoltre attraverso questo sistema di controllo e centraline sul campo, i clienti possono gestire il proprio impianto irriguo direttamente dal proprio smartphone. Fondata nel 2019, nel 2021 la società è stata selezionata come una delle migliori 20 realtà in Europa nell’ambito del progetto Copernicus, finanziato dall’Unione Europea; Digital Magics, realtà di cui abbiamo trattato, con Lazio Innova e Primo Space Fund (in qualità di lead investor) ha completato un round di “follow-on” da 850.000 euro per la startup Irreo.
Ho avuto la possibilità di intervistare Andrea Pomente, CEO di Irreo. Di seguito domande e risposte
-Com’è nata l’idea che ha portato alla creazione di Irreo?
In realtà è nata quasi per caso. Sono cresciuto in una famiglia umile, i miei nonni coltivavano la terra e sin da piccolo ho avuto modo di apprezzare la vita dell’agricoltore, tra la fatica del lavoro e la soddisfazione del raccolto. Dopo la laurea in Ingegneria ho intrapreso un Dottorato in Geoinformation, Control, Computer Science Engineering durante il quale ho avuto modo di studiare ed approfondire le tecnologie informatiche applicate ai satelliti. È in questo periodo che ho conosciuto Luca Calacci, il mio socio ingegnere dell’automazione e insieme abbiamo iniziato a intuire le potenzialità di queste tecnologie nell’ambito dell’agricoltura.
-Che cos’è Irreo?
Irreo è un sistema avanzato che unisce le potenzialità delle moderne tecnologie di osservazione satellitare, intelligenza artificiale ed automazione per far rendere al meglio le colture, ottimizzando le strategie di irrigazione in base a una moltitudine di fattori.
-Come funziona e che cosa fa per semplificare il lavoro degli agricoltori?
Irreo si basa su un algoritmo di intelligenza artificiale che analizza dati e immagini provenienti da diversi satelliti con lo scopo di stimare giornalmente il fabbisogno idrico di diverse tipologie di colture. Siamo quindi in grado di consigliare all’agricoltore quanta acqua irrorare e quando farlo, sulla base di informazioni analitiche quotidiane specifiche per ogni zona e per ogni coltura del suo appezzamento di terreno, con una precisione di circa 9 m² . Il servizio può essere attivato in ogni momento e non richiede l’installazione di sonde o sensori nel proprio appezzamento. Recentemente ci siamo spinti oltre. Abbiamo infatti progettato delle centraline che sono in grado di avviare automaticamente il programma irriguo consigliato da Irreo, controllando le elettrovalvole dell’impianto di irrigazione, consentendo quindi all’agricoltore di irrigare le colture semplicemente autorizzando l’avvio dell’impianto tramite uno smartphone. Irreo riesce quindi, senza ingenti investimenti, ad ottimizzare l’irrigazione delle colture, evitando sprechi di acqua ed energia, e a massimizzarne la resa attraverso un costante e frequente monitoraggio.
– Ci troviamo ormai ad affrontare sempre più spesso fenomeni meteorologici estremi; anche di recente siamo passati da periodi di siccità a violente alluvioni. Possiamo dire che Irreo è in grado di tutelare il lavoro degli agricoltori e salvaguardare la loro redditività?
Assolutamente sì. Massimizzare la resa delle colture per noi vuol dire anche evitare i danni derivanti da fenomeni inattesi ed eccezionali, come la siccità. Il monitoraggio delle colture proposto è infatti tempestivo e predittivo: riusciamo ad aggiornare quotidianamente la maggior parte delle informazioni che forniamo ai nostri clienti, in particolare il fabbisogno irriguo e le previsioni meteorologiche, e riusciamo a prevedere quanto accadrà nei giorni successivi. Così l’agricoltore è quindi in grado di intervenire per tempo e, seguendo i nostri consigli, riuscirà a prevedere e gestire fenomeni inattesi ed eccezionali attraverso una pianificazione consapevole dell’irrigazione. Irreo risulta un ottimo alleato per ridurre al minimo il rischio di perdita del raccolto, per salvaguardare la redditività e aumentare la propria efficienza irrigua.
– In termini di risparmio energetico, come agisce il vostro sistema?
Onestamente non posso dire che l’utilizzo del nostro sistema comporti un risparmio di energia o di acqua. Posso però dire con certezza che permette di ottimizzare il loro utilizzo che diventa totalmente funzionale alla crescita della coltura. In sintesi, ogni spreco viene ridotto al minimo con l’obiettivo finale di aumentare la produttività del processo irriguo.
–I clienti possono gestire il proprio impianto irriguo direttamente dal proprio smartphone. Una comodità senza precedenti. Come funziona la vostra app?
La nostra app è semplice e fruibile per chiunque abbia dimestichezza nell’utilizzo di uno smartphone o di un computer. Perché Irreo sia efficace al 100% è necessario innanzitutto che l’utente perimetri i diversi settori irrigui che compongono un campo e che dia loro un nome. Il passaggio successivo è fornire informazioni sull’impianto irriguo in uso (es: portata della pompa, portata delle elettrovalvole, etc.) e delle preferenze periodiche di turnazione irrigua. Irreo incrocia queste informazioni con quelle elaborate dagli algoritmi di intelligenza artificiale e dai dati satellitari e riesce a fornire un calendario che contiene il programma irriguo ottimale per i 7 giorni successivi.
-Come si può diffondere una corretta consapevolezza ambientale, anche nel mondo dell’agricoltura?
Credo che l’agricoltura sarà entro breve oggetto di una rivoluzione sostenibile. C’è una grande attenzione intorno a questo settore che ritengo subirà una grande innovazione sia tecnologica che culturale e comportamentale, tanto grande da mettere in discussione la sua attuale struttura. Per cui io credo che il tema non sarà tanto diffondere una corretta consapevolezza ambientale, quanto riuscire ad avviare un processo di trasformazione sostenibile che si autosostenga.
– Il 2030 si sta avvicinando; riusciremo a diventare tutti un po’ più virtuosi e a raggiungere i traguardi fissati nell’Agenda ONU?
Io vedo intorno a me, specialmente tra i più giovani, una grande consapevolezza rispetto al tema ambientale. Non sarà semplice raggiungere gli sfidanti obiettivi dell’Agenda ONU, ma dobbiamo assolutamente rimboccarci tutti le maniche e provare a fare del nostro meglio nella vita di tutti i giorni. Io penso che il risultato finale dipenderà in particolar modo dalle istituzioni. Comportamenti virtuosi devono assolutamente essere accompagnati e incoraggiati da istituzioni efficienti e innovative, che fungano da esempio e da guida per ognuno di noi. Questa è la vera grande sfida.