Il capitalismo oggi ha perso. Patagonia: “La Terra è ora il nostro unico azionista”
I profitti dell'azienda verranno ora utilizzati per combattere il cambiamento climatico e per aiutare i Paesi più provati
Patagonia, una delle aziende di abbigliamento outdoor più famose al mondo, ha annunciato che ora utilizzerà i suoi profitti per combattere il cambiamento climatico. “La Terra è ora il nostro unico azionista“: così si legge nel comunicato scritto personalmente dal fondatore di Patagonia Yvon Chouinard. “Se ci resta un po’ di speranza per un pianeta prosperoso – e meno per un business – servirà l’impegno di ognuno di noi, per fare il possibile con le risorse che abbiamo. Questo è ciò che possiamo fare”.
Il fondatore ecologista di Patagonia ha deciso di prendere il suo business, e impegnare ogni risorsa derivante nella lotta alla crisi climatica. Il capitalismo ha perso oggi, in favore dell’ambiente e del clima. In favore del futuro.
Da tempo l’azienda è attenta all’ambiente e alle tematiche climatiche. Inizialmente ha ridotto l’impatto ambientale della realizzazione dei suoi prodotti. Ogni anno ha donato l’1% dei ricavi. Per fare in modo che lo spirito ecologista di Patagonia venisse preservato, ha inserito i valori nel nostro statuto aziendale. Dal 2018 ha cambiato lo scopo dell’azienda, in attività “per salvare il nostro Pianeta natale”. Ma tutto questo non è bastato.
Il senso di urgenza è aumentato in questi ultimi anni, profondamente segnati da cambiamenti climatici e fenomeni sempre più estremi. “Anche se stiamo facendo del nostro meglio per affrontare la crisi ambientale, non è abbastanza – spiega Yvon Chouinard -. Avevamo bisogno di trovare un modo per investire di più nella lotta alla crisi mantenendo intatti i valori dell’azienda”.
Ma questo modo per salvare il Pianeta facendo profitto non esisteva: “non c’erano buone opzioni disponibili, quindi abbiamo creato il nostro”. Yvon Chouinard spiega che avrebbe potuto vendere Patagonia e donare tutto per la lotta alla crisi climatica. Ma cedere l’azienda avrebbe creato probabilmente una discontinuità con il suo passato e con i suoi valori. Avrebbe potuto rendere l’azienda pubblica, ma non era un’opzione percorribile. “Che disastro sarebbe stato – confessa Chouinard -. Anche le società pubbliche con buone intenzioni sono sottoposte a troppa pressione per creare guadagni a breve termine a scapito della vitalità e della responsabilità a lungo termine”.
Invece, Patagonia ha deciso di “dare uno scopo”. “Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in ricchezza per gli investitori, useremo la ricchezza creata dalla Patagonia per proteggere la fonte di tutta la ricchezza, spiega -. Ecco come funziona: il 100% delle azioni con diritto di voto della società viene trasferito al Patagonia Purpose Trust, creato per tutelare i valori dell’azienda; e il 100% delle azioni senza diritto di voto viene devoluto all’Holdfast Collective, un’organizzazione no profit dedicata alla lotta alla crisi ambientale e alla difesa della natura. I finanziamenti arriveranno dalla Patagonia: ogni anno, i soldi che guadagniamo dopo aver reinvestito nell’azienda saranno distribuiti come dividendi per aiutare a combattere la crisi”.
Yvon Chouinard, la moglie e i due figli hanno quindi trasferito la proprietà della Patagonia – del valore di circa 3 miliardi di dollari – ad una no profit e a un trust. Praticamente i profitti che si aggirano intorno ai 100 milioni l’anno verranno utilizzati per combattere il riscaldamento globale e aiutare i Paesi più in difficoltà.
“Questo è un altro modo che abbiamo trovato per fare la nostra parte – conclude -. Nonostante la sua immensità, le risorse della Terra non sono infinite ed è chiaro che abbiamo superato i suoi limiti. Ma è anche resistente. Possiamo salvare il nostro pianeta se ci impegniamo”.
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