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Le politiche sui dazi di Trump fanno rallentare Shein. Il fast fashion cinese vacilla

Anche se Trump non lo sta facendo per l'ambiente, la frenata al colosso del fast fashion potrebbe essere comunque una buona notizia

Il modello di business del fast fashion, di cui Shein è un rappresentante di spicco, solleva serie preoccupazioni ambientali e sociali. L’industria della moda è responsabile per il 10% delle emissioni globali di carbonio, influenzando negativamente l’ambiente e le comunità locali. Secondo l’Unione Europea, circa 5 milioni di tonnellate di vestiti finiscono in discarica ogni anno.

La sola azienda Shein è responsabile di un notevole aumento delle emissioni di gas serra. L’azienda ha visto un incremento del 176% delle emissioni dal 2021, posizionandosi come uno dei principali emettitori nel settore della moda. Nonostante Shein abbia dichiarato obiettivi di riduzione delle emissioni del 25% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, gli esperti restano scettici. Il continuo utilizzo di materiali come il poliestere vergine, derivato dal petrolio, solleva dubbi sulla sostenibilità di queste promesse. Un altro dei problemi gravi legati a Shein riguarda l’impiego di sostanze chimiche pericolose nei propri capi d’abbigliamento. Greenpeace Germania ha evidenziato che il 15% dei capi esaminati contenevano quantità di sostanze chimiche oltre i limiti europei, con il 32% dei prodotti che presentavano concentrazioni allarmanti. Questo non solo rappresenta un rischio per la salute dei consumatori, ma contribuisce anche all’inquinamento ambientale.

Dazi e Regolamentazioni: L’Effetto della Revoca “De Minimis” di Trump

Un cambiamento reale richiederebbe una revisione completa del modello di business, orientata verso una produzione e un consumo più responsabili, ma fino a pochi giorni fa non esisteva nessun fattore che potesse in qualche modo innescare alcun tipo di cambiamento. Ora Shein si trova in un percorso tortuoso verso la quotazione in borsa dovuto alla nuova regolamentazione dei dazi introdotta dall’amministrazione Trump. Dopo un primo tentativo negli Stati Uniti nel 2023 infatti, con una valutazione di 66 miliardi di dollari, ha orientato la sua attenzione verso la Borsa di Londra nel 2024. Tuttavia, le regolamentazioni complesse e le dinamiche economiche hanno spinto Shein a posticipare i piani al 2025

La rimozione della regola “de minimis” negli Stati Uniti, che permetteva importazioni esenti da dazi per beni sotto gli 800 dollari, ha impattato significativamente Shein. Questo cambiamento ha comportato un incremento dei costi per i consumatori e una riduzione delle vendite del 41% in soli cinque giorni a febbraio 2025. Questo declino è attribuito all’aumento dei prezzi per i consumatori finali, derivante dai nuovi dazi, e all’incertezza generata dalle modifiche normative. Di conseguenza, la fiducia degli investitori è stata scossa, portando a una diminuzione del valore delle azioni di Shein e influenzando negativamente la sua performance in borsa.

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) produttrice Tv e Giornalista. Approda a Meteo Expert nel 2016 dove si occupa di coordinare le attività di divulgazione scientifica in ambito televisivo e radiofonico sulle reti Mediaset. Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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