Energia

Crisi energetica, in Europa prezzi quadruplicati rispetto al 2015-2020. Cosa aspettarsi da prossimo futuro?

Nel 2021 la produzione di energia elettrica da gas e carbone ha raggiunto valori record, provocando un aumento record delle emissioni provenienti da questo settore

Nel 2021 la domanda di energia è aumentata in tutto il Mondo, innescando una crisi energetica di cui stiamo ancora pagando il prezzo. La veloce ripartenza economica in seguito allo stop forzato dalla pandemia, insieme ad un inverno particolarmente freddo e ad un estate molto calda, ha fatto aumentare la richiesta globale di energia del 6%, l’incremento più elevato dalla ripartenza del 2010 che seguì la crisi finanziaria.

Crisi energetica: in Europa prezzi dell’energia quadruplicati rispetto al periodo 2015-2020

L’improvvisa crescita della domanda ha messo sotto stress la filiera del carbone e del gas naturale, spingendo in alto i prezzi dell’elettricità. E nonostante l’aumento delle rinnovabili, la produzione di energia elettrica da gas e carbone ha raggiunto valori record, provocando un aumento record delle emissioni provenienti dal settore energetico.

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Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), l’indice del prezzo dell’energia è raddoppiato in molti mercati rispetto al 2020, ed è aumentato del 64% rispetto alla media del periodo 2016-2020. In Europa nell’ultimo quadrimestre del 2021 il prezzo è quadruplicato rispetto alla media del periodo 2015-2020. Forti aumenti si sono verificati anche nel mercato Giapponese e Indiano, mentre negli Stati Uniti la crescita è stata più moderata.

Nel 2021 l’elettricità proveniente dalle rinnovabili è aumentata del 6%, un aumento non sufficiente per compensare l’aumento della domanda. La produzione di energia dal carbone è aumentata dal 9%, mentre quella da gas del 2%, mentre la produzione di energia dal nucleare è aumenta del 3,5%. A causa di questa impennata nella produzione di energia, dopo due anni di calo, le emissioni di CO2 derivanti dal settore energetico sono aumentate di quasi il 7%.

Prospettive future: le previsioni dell’IEA e la situazione dell’Europa

Se vogliamo raggiungere un futuro ad emissioni zero «le emissioni derivanti dal settore energetico devono calare del 55% entro il 2030 – ha commentato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol -, ma senza un intervento politico, le emissioni sono destinate a restare sui livelli attuali per i prossimi due o tre anni». «Questa situazione non ci mostra soltanto quanto siamo lontani dall’obiettivo del 2050, ma mette anche in evidenza quanto il settore energetico debba cambiare per poter contribuire come dovrebbe al processo di decarbonizzazione».

Nei prossimi 2 anni la domanda di energia globale è destinata ad aumentare del 2,7% ogni anno. Le previsioni dell’IEA confermano una crescita della domanda di energia prevalentemente delle rinnovabili, stimata intorno all’8% annua, che farà fronte al 90% della domanda. Allo stesso tempo l’IEA prevede una crescita della produzione di energia nucleare dell’1% annua. La produzione di energia fossile è destinata a diminuire e ristagnare nei prossimi anni.

Europa: ora è il momento delle rinnovabili

Nel corso del 2022 la domanda energetica dell’Europa dovrebbe continuare ad aumentare, mentre ci si aspetta un assestamento della domanda tra il 2023 e il 2024.

Nel 2021 gli impianti a carbone hanno aumentato la produzione dell’11%, a seguito del crollo del 20% registrato nel 2020: l’anno scorso hanno coperto il 40% della domanda di energia, mentre il nucleare ha coperto un altro 30%, a seguito di un aumento della produzione del 6%. L’aumento sostanziale del prezzo del gas ha reso più competitivi i prezzi delle centrali a carbone, mentre la produzione di energia rinnovabile è aumentata solo dell’1%, a causa di una velocità del vento eccezionalmente bassa.

Ma tra il 2022 e il 2024 gli esperti dell’IEA prevedono un forte aumento delle rinnovabili in Europa, con conseguente forte riduzione della produzione di energia fossile (stimata intorno al 10%). Nello stesso periodo è previsto un calo della produzione di energia nucleare (-4%) a causa delle chiusure delle centrali in Germania, Belgio e Regno Unito. I prezzi del gas resteranno piuttosto elevati nell’arco di tutto il 2022, ma tenderanno a calare nei due anni successivi: nel 2023 si prevede un calo del 15%, nel 2024 del 13%.

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Redazione

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