Domanda globale di energia ed emissioni di CO2 sono strettamente legate al coronavirus
Nel primo trimestre 2020 la domanda globale di energia è crollata: più che dimezzata quella di petrolio
Domanda globale di energia ed emissioni di CO2 sono strettamente legate al coronavirus. Questo stretto rapporto emerge dalle ricerche dell’Iea (International Energy Agency). La situazione eccezionale derivante dalla pandemia di coronavirus impone nuove tempistiche. Ecco perché, appunto, l’Iea Global Energy Review annuale ha ampliato la sua copertura. Includendo l’analisi in tempo reale degli sviluppi fino al momento attuale. Ma non solo. Anche le possibili tendenze per il resto dell’anno. l’Iea ha anlizzato non solo i dati sulle emissioni di energia e CO2 nel 2019 in base a tipo di combustibile e al Paese. Ma ha anche monitorato il consumo di energia per Paese e combustibile negli ultimi tre mesi. In certi casi, come per l’elettricità, in tempo reale. Alcuni tracciamenti continueranno su base settimanale. L’incertezza che circonda la salute pubblica, l’economia e quindi l’energia per il resto del 2020 non ha precedenti. Questa analisi pertanto non solo traccia un possibile percorso per il consumo di energia e le emissioni di CO2 nel 2020. Ma evidenzia anche i numerosi fattori che potrebbero portare a risultati diversi. Sarà fondamentale per capire come affrontare la crisi. E sarà necessario, come affermato negli scorsi giorni dall’Onu, mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti dell’ambiente.
Domanda globale di energia ed emissioni di CO2 sono strettamente legate al coronavirus
La pandemia di coronavirus ha scatenato uno shock macroeconomico senza precedenti in un tempo di pace. Al 28 aprile, l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato 3 milioni di casi confermati e oltre 200.000 morti. Quasi 200 sono stati i paesi e i territori colpiti. Finora è stato osservato un picco nel numero di casi solo in una manciata di paesi. Per rallentare la diffusione del virus, i governi di tutto il mondo hanno imposto restrizioni sulla maggior parte delle attività sociali ed economiche. Questi includono blocchi parziali o completi, chiusure totali durante il giorno, chiusura di scuole e aziende non essenziali, divieti di riunioni pubbliche. Circa 4,2 miliardi di persone sono stati soggetti a blocchi completi o parziali a partire dal 28 aprile. Parliamo del 54% della popolazione mondiale. Quasi il 60% del PIL globale. In ogni caso, quasi tutta la popolazione mondiale è interessata da una qualche forma di misure di contenimento. La crisi, d’altra parte, si è sviluppata gradualmente a partire da dicembre 2019. La Cina ha implementato misure di blocco con forti impatti macroeconomici a fine gennaio. A questi sono seguiti i blocchi in molti paesi europei e in India a marzo. Con popolazioni che rappresentano un terzo della domanda globale di energia in fase di blocco.
Nel primo trimestre 2020 la domanda globale di energia è crollata
Sappiamo che un numero crescente di Stati negli Usa ha imposto restrizioni. Dunque, una popolazione che rappresenta il 53% del consumo globale di energia primaria nel 2019, all’inizio di aprile viveva una situazione di blocco completo o parziale. A questo punto, la Cina ha iniziato a revocare le restrizioni e a riavviare le fabbriche. Ma rimangono in atto misure di distanziamento sociale. Cosa che ostacola la ripresa nel settore dei servizi. L’Africa, continente che registra il minor numero di contagi, deve ancora sentire le implicazioni totali della crisi. Quasi 50 paesi africani sono colpiti, il numero di casi è ancora in espansione e le misure di contenimento sono in aumento.
La domanda di petrolio si è più che dimezzata
Basti pensare a queste conseguenze del blocco globale. Nel primo trimestre del 2020, rispetto al primo trimestre del 2019, il 57% della domanda mondiale di petrolio è diminuita su una scala senza precedenti. Il trasporto su strada nelle regioni con blocchi in atto è sceso tra il 50% e il 75%. L’attività di trasporto su strada, nella media globale, è scesa al 50% del livello del 2019 entro la fine di marzo 2020. I viaggi aerei in alcune regioni si sono quasi arrestati. Con un’attività di trasporto aereo che, in alcuni paesi europei, registra un calo di oltre il 90%. L’attività di trasporto aereo in Cina è leggermente rimbalzata rispetto ai minimi di fine febbraio, poiché le misure di blocco sono leggermente diminuite. Tuttavia, con la diffusione dei blocchi, l’attività globale dell’aviazione è scesa del 60% alla fine del primo trimestre del 2020. A causa della flessione della mobilità, nel solo marzo 2020 la domanda mondiale di petrolio è crollata. Gli ultimi dati mostrano che la drastica riduzione dell’attività economica globale e della mobilità durante il primo trimestre 2020 ha spinto verso il basso la domanda globale di energia del 3,8% rispetto al primo trimestre del 2019.
Una seconda ondata di contagi nella seconda metà del 2020 potrebbe causare un’ulteriore diminuzione della domanda di energia
Se i blocchi dureranno per molti mesi e i recuperi saranno lenti in gran parte del nel mondo, come è sempre più probabile, la domanda annuale di energia diminuirà del 6% nel 2020. Ciò significa che verrà azzerata la crescita di domanda registrata negli ultimi 5 anni. Un tale disastro non era mai stato registrato negli ultimi 70 anni. Se gli sforzi per frenare la diffusione del virus e riavviare le economie avessero successo, il calo della domanda di energia potrebbe essere limitato a meno del 4%. Ma la prospettiva non è rosea. Un riavvio più massiccio, l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali e una seconda ondata di infezioni nella seconda parte dell’anno potrebbero infatti ridurre ulteriormente la crescita. Con conseguenze pesantissime per l’intera economia mondiale.