I Paesi del G7 possono guidare i mercati internazionali dell’energia verso il raggiungimento di emissioni zero entro il 2050. La volontà del G7 è stata espressa nel giugno 2021, e se ne attende una conferma alla Cop26. Le nazioni del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) da sole rappresentano quasi il 40% dell’economia globale, il 30% della domanda di energia e il 25% delle emissioni di CO2 nel campo dell’energia. Per favorire il processo di decabonizzazione del settore energetico l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IAE) ha pubblicato il rapporto “Achieving Net Zero Electricity Sectors in G7 Members“, con l’obiettivo di fornire una roadmap utile ai leader politici.
Le emissioni oggi provengono principalmente dal settore dell’energia, e agire su quest’ultimo potrà facilitare il processo di decarbonizzazione degli altri settori. Nel rapporto sono stati individuati le tappe principali di questo percorso, da qui al 2050.
La domanda di elettricità, rispetto al 2020 aumenterà di un quarto nel 2030 e di oltre l’80% entro il 2050, spingendo la domanda di energia ad un aumento del 30% nel 2030 e del 56% nel 2050.
Il settore dell’elettricità è responsabile, nel G7, di un terzo delle emissioni legate all’energia. Le emissioni sono in calo grazie al graduale abbandono del carbone in favore delle fonti rinnovabili e del gas naturale. Nel 2020 rinnovabili e gas naturale costituivano le fonti principali di elettricità nel G7, con ciascuna circa il 30% del totale, seguite dal nucleare (quasi al 20%) e dal carbone (quasi al 20%). Le rinnovabili dovranno costituire il 60% del totale delle fonti di elettricità entro il 2030, contro il 48% previsto dalle attuali politiche, e di oltre l’80% nel 2050.
Secondo il rapporto dal 2021 in avanti non dovranno sorgere nuove centrali a carbone prive di tecnologie CCUS (Carbon Capture, Utilisation and Storage), e quelle esistenti prive di queste tecnologie dovranno essere ammodernate o chiuse. Un altro impatto importante verrà dall’uso di auto principalmente elettriche, e dalla produzione di idrogeno, insieme all’uso di pompe di calore come fonte di riscaldamento principale nelle abitazioni.
I veicoli elettrici, che oggi costituiscono l’1% del totale delle auto in circolazione e il 5% delle vendite, dovranno essere sempre più diffusi: secondo il rapporto IAE entro il 2030 dovranno costituire l’80% delle vendite di nuove auto, fino a costituire il 90% del totale delle auto in circolazione nei Paesi del G7 entro il 2050. Questo processo dovrebbe portare ad un aumento di 140 milioni di auto elettriche nel 2030 e di altre 270 milioni nel 2050, con una conseguente maggiore domanda di elettricità stimata nell’ordine dei 350 TWh nel 2030 e altri 700 TWh nel 2050.
Il minor costo delle tecnologie per l’energia rinnovabile daranno la spinta per raggiungere emissioni zero. A livello globale l’energia solare e eolica dovranno aumentare nel corso di questo decennio, con aumenti annuali di 630 gigawatts (GW) dal fotovoltaico e di 390 GW dall’eolico, livelli quattro volte superiori rispetto a quelli record raggiunti nel 2020. L’idroelettrico e il nucleare, oggi le due principali fonti di elettricità a basse emissioni di carbonio, costituiscono una base importante per la transizione.
In tutto questo l’innovazione tecnologica risulta fondamentale: molte delle tecnologie a basse emissioni già disponili oggi devono diventare meno costose o più performanti. La cooperazione internazionale potrà sicuramente contribuire ad accelerare il progresso tecnologico e ampliare la disponibilità commerciale. Sarà inoltre importante il supporto che i Paesi del G7 potranno dare ai mercati emergenti e alle economie in via di sviluppo, dove i costi per ridurre le emissioni risulta dimezzato rispetto alle economie più avanzate. Tutti potranno beneficiare degli effetti della transizione verso un futuro a emissioni zero.
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