Alla COP27 di Sharm el-Sheikh ieri si è affrontato il tema cruciale dell’energia, dell’interconnessione essenziale tra energia e cambiamento climatico. Il settore dell’energia è responsabile da solo di quasi il 75% di tutte le emissioni di gas serra, quindi una transizione urgente verso un sistema di energia rinnovabile è essenziale per affrontare la crisi climatica.
La presidenza della COP27 ha lanciato l’Iniziativa per una transizione energetica giusta e accessibile in Africa (AJAETI). Il presidente della COP27 HE Sameh Shoukry ha dichiarato: “L’iniziativa mira a fornire a tutti gli africani l’accesso all’energia pulita, soddisfacendo al tempo stesso i requisiti energetici per lo sviluppo economico dell’Africa. Promuovere la crescita economica e sostenere la creazione di posti di lavoro in tutta l’Africa per costruire un ambiente moderno, resiliente e sostenibile sistemi energetici in tutto il continente. L’Africa ha una ricchezza di risorse non sfruttate che potrebbero essere utilizzate nella produzione di strumenti di energia rinnovabile come batterie elettriche, turbine eoliche e altre tecnologie a basse emissioni di carbonio per sostenere gli sforzi globali di mitigazione”.
#COP27 | Energy Day#EnergyDay addressed different aspects of the essential inter linkage between energy and climate change, particularly tackling the climate crisis through renewable energy and energy transformation. pic.twitter.com/juIFdagHO8
— COP27 (@COP27P) November 15, 2022
L’iniziativa coinvolgerà l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) e l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) per fornire possibili aiuto ai paesi africani. I suoi obiettivi principali sono tre: garantire energia pulita e conveniente ad almeno 300 milioni di africani entro il 2027, contribuendo al raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 7.1.
Favorire il passaggio a sistemi di cottura efficienti per almeno 300 milioni di persone entro il 2027 e aumentare la quota di fonti rinnovabili nel mix energetico del continente di 25 punti percentuali entro il 2027.
“La Cop 27 rappresenta un’opportunità perché la transizione energetica in Africa sia audace e duratura. Possiamo sviluppare un nuovo modello di cooperazione per assicurare l’accesso universale all’energia entro il 2030 e rispettare gli obiettivi previsti dall’Agenda 2063”, ha affermato il Ministro egiziano dell’Elettricità e delle Energie rinnovabili, Mohamed Shaker.
Nelle scorse ore, però, un rapporto realizzato dall’organizzazione tedesca non profit per l’ambiente e i diritti umani Urgewald, ha svelato che sono circa 200 le aziende che stanno facendo esplorazioni o sviluppi in terra africana per sfruttare nuovi giacimenti fossili di petrolio o gas, per costruire nuovi impianti di estrazione, nuovi condotti o terminali. E alle loro spalle ci sono anche grandi banche e investitori. Il Continente africano si trova così ad un punto cruciale: se si proseguirà il suo sfruttamento sotto il segno delle fonti fossili non si potrà che cadere inevitabilmente nel baratro della catastrofe climatica, mentre se verrà sfruttato il suo enorme potenziale di energie rinnovabili, si potrebbero avere benefici a livello planetario.
Nei giorni scorsi IRENA ha presentato proprio alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima un rapporto che valuta il divario tra gli obiettivi globali per le fonti energetiche rinnovabili nei contributi determinati a livello nazionale (NDC) e gli obiettivi climatici globali necessari per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi entro la fine del il secolo, ossia tra investimenti programmati e investimenti richiesti. Il raggiungimento degli obiettivi climatici entro il 2050 dipende dalle azioni da intraprendere entro la fine di questo decennio: il potenziale inutilizzato dell’energia rinnovabile è grande ed è necessario raddoppiare l’obiettivo per la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 a 10,8 TW per raggiungere gli obiettivi climatici.
Le fonti energetiche rinnovabili sono attualmente l’opzione più conveniente per nuove capacità energetiche. Il prezzo medio dei nuovi parchi solari fotovoltaici ed eolici onshore è ora inferiore al costo di gestione di molti impianti a carbone esistenti.
IRENA ha esortato i leader globali a colmare il divario nell’applicazione delle energie rinnovabili, sottolineando che sono la spina dorsale della transizione energetica e una soluzione climatica sostenibile.
Dei 183 firmatari dell’accordo di Parigi, 143 paesi hanno fissato obiettivi per la produzione di energia rinnovabile (impegni determinati a livello nazionale – NDC) e solo 12 paesi si sono impegnati a una percentuale di energie rinnovabili nei loro mix energetici complessivi