Giornata mondiale del vento: eolico decisivo per la transizione ecologica, ma a che punto siamo?
L'Italia ha raggiunto in anticipo gli obiettivi di rinnovabili per il 2020, e ora punta al 30% entro il 2030. Ma serve rimuovere gli ostacoli burocratici, avverte l'Associazione Nazionale Energia del Vento
Si celebra oggi, 15 giugno, la giornata mondiale del Vento, o Global Wind Day. In Italia è coordinata da Anev, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, che rappresenta le imprese di categoria.
Ogni anno l’appuntamento celebra uno dei fenomeni più affascinanti della nostra atmosfera, accendendo i riflettori in particolare sul ruolo di primo piano che il vento è destinato a svolgere nella transizione verso forme di energia pulite e sostenibili. Proprio quest’ultimo punto è uno dei principali obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il prossimo decennio sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
La giornata di oggi è stata l’occasione per l’ANEV di ospitare un convegno dedicato proprio al ruolo che l’energia eolica svolge nella transizione ecologica e nella lotta alla crisi climatica.
Per facilitare il compito dell’energia eolica serve rimuovere gli ostacoli burocratici che bloccano il suo sviluppo, avverte l’associazione di categoria, che ha dedicato la campagna di comunicazione per il 2021 proprio a questo tema, con lo slogan “Libera l’energia, segui il vento”.
Attualmente gli iter per la realizzazione degli impianti eolici richiedono tempistiche estremamente lunghe, che vanno addirittura oltre i 5 anni. Secondo l’ANEV la nascita del Ministero della Transizione Ecologica e del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica ha permesso al Belpaese di fare un passo avanti verso il corretto funzionamento dei meccanismi autorizzativi, e quindi verso il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti per il 2030. Ma serve di più.
«La transizione ecologica è un’opera immane – ha commentato il presidente dell’associazione Simone Togni – che ha a che fare con la semplificazione profonda delle procedure burocratiche di cui si parla anche nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza», che pone il tema della semplificazione tra le riforme che il Governo ha individuato come indispensabili per dare una svolta al Paese, in termini di tempi e procedure.
Il convegno organizzato dall’ANEV ha visto anche la partecipazione della Sottosegretaria alla Transizione Ecologica Ilaria Fontana, che ha sottolineato che «la potenza che sprigiona il vento alimenta una delle forme di approvvigionamento più sostenibili e green in circolazione che, si spera, nei prossimi decenni possa permettere l’utilizzo di un’energia sempre più pulita e accessibile».
«Non vi è dubbio – ha aggiunto – che lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenti una priorità per l’UE per far fronte alla crisi climatica e consentire all’Italia, anche come Stato membro della UE, di contribuire al raggiungimento degli obiettivi energetico-ambientali, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra previsti al 2030, e, in prospettiva al 2050, per una completa decarbonizzazione della produzione di energia».
La Sottosegretaria Fontana ha evidenziato i passi avanti fatti di recente dal mondo, che nel 2019 ha raggiunto i 651 GW di capacità di generazione elettrica da eolico. Ma non nasconde che la strada da fare è ancora lunga: dobbiamo «realizzare un nuovo modello energetico più sostenibile – ha detto -, basato sempre di più sull’utilizzo dell’energia rinnovabile».
Vento ed energia, la situazione in Italia
Secondo i dati resi noti dall’ANEV nel rapporto relativo al 2020, l’Italia ha raggiunto con qualche anno di anticipo gli obiettivi rinnovabili che si era data per lo scorso anno, con una penetrazione di 17,5 per cento sui consumi complessivi al 2015 rispetto al target del 17 per cento che ci eravamo posti per il 2020.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima elaborato dal Governo pone ora l’obiettivo del 30 per cento di rinnovabili sui consumi complessivi entro il 2030.
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