La Lapponia, terra magica e simbolo del Natale con i suoi paesaggi innevati e la leggendaria dimora di Babbo Natale, sta affrontando una crisi senza precedenti. Il cambiamento climatico, con inverni sempre più miti e nevicate in costante calo, sta trasformando profondamente questa regione, mettendo a rischio non solo il suo ecosistema ma anche l’economia locale e le tradizioni culturali che la rendono unica.
Un dato allarmante arriva dalla città di Utsjoki, nella Lapponia finlandese, dove nel novembre 2024 è stata registrata una temperatura record di 11,1°C, superando il massimo precedente del 1975. Questo evento così straordinario, riportato da La Repubblica, sottolinea la rapidità con cui il clima artico purtroppo stia cambiando. Novembre, un mese che dovrebbe inaugurare la stagione delle nevi, si è trasformato in un periodo decisamente anomalo, con paesaggi privi del tradizionale manto bianco.
A Rovaniemi, celebre per il Villaggio di Babbo Natale, l’assenza di neve e le temperature superiori allo zero hanno sorpreso e deluso visitatori e turisti, abituati a scenari fiabeschi e paesaggi imbiancati. Molti operatori turistici sono stati costretti a cancellare pacchetti natalizi, con conseguenti perdite economiche per le comunità locali che dipendono fortemente dal turismo invernale. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del
Turismo, il settore turistico artico potrebbe subire una riduzione del 15-20% delle entrate annuali se queste condizioni anomale dovessero persistere. Il cambiamento climatico non si limita a colpire solo il turismo, ma ha conseguenze purtroppo dirette anche sulla fauna di questi territori. Le renne, animali da sempre associati
al Natale e fondamentali per l’ecosistema artico, stanno lottando per sopravvivere; a causa dell’aternanza di gelate e disgeli, sempre più frequenti che creano una crosta di ghiaccio sul terreno che impedisce alle renne di accedere ai licheni, la loro principale fonte di nutrimento. Questo fenomeno non solo mette a rischio la sopravvivenza di questi animali, ma minaccia anche il sostentamento del popolo sami, che da secoli vive in armonia con la natura artica. Secondo uno studio del Norwegian Institute for Nature Research, negli ultimi dieci anni le popolazioni di renne hanno subito un calo del 25% nelle aree più colpite dal riscaldamento globale. Un altro dato inquietante è che l’Artico si sta riscaldando quasi quattro volte più velocemente rispetto al resto del pianeta, come evidenziato da un rapporto pubblicato su Nature Communications. Questo rapido aumento delle temperature non solo sconvolge gli ecosistemi locali, ma contribuisce anche all’innalzamento del livello dei mari, con effetti a catena a livello globale. La perdita del permafrost, che rilascia enormi quantità di metano e
anidride carbonica, accelera ulteriormente il cambiamento climatico, creando un pericoloso
circolo vizioso.
La situazione in Lapponia rappresenta un campanello d’allarme sull’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici. Senza interventi immediati e concreti, rischiamo di perdere non solo la magia del Natale, ma anche interi ecosistemi e culture che dipendono dalla stabilità dell’ambiente artico.
Agire per preservare la Lapponia non significa solo salvare un simbolo natalizio, ma proteggere un patrimonio naturale e culturale che appartiene a tutta l’umanità. Le soluzioni esistono: dalla riduzione delle emissioni di gas serra all’adozione di politiche di sviluppo sostenibile, ogni azione conta per garantire un futuro a questa terra magica e così straordinaria.
Redatto da Martina Hamdy.