Durante la chiusura della cerimonia di apertura dei lavori della COP27, Giorgia Meloni ha preso parola in inglese in quello che è il suo primo vertice extra-europeo da Presidente del Consiglio. Nel suo discorso Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia nel confronti della lotta alla crisi climatica, sottolineando di fatto i passi in avanti compiuti dal governo precedente, il Governo Draghi. “Siamo in un momento decisivo nella lotta al cambiamento climatico. Negli ultimi mesi abbiamo subito i suoi effetti devastanti in Europa, in Pakistan, nel Corno d’Africa, e in molte altre regioni del Mondo. Siamo tutti chiamati a fare uno sforzo più grande e in tempi più brevi per proteggere il Pianeta e la nostra casa. Nonostante il complesso scenario internazionale sia già duramente provato dalla pandemia e dalla aggressione della Russia in Ucraina, l’Italia resta fortemente impegnata nel processo di decarbonizzazione, in pieno accordo con gli impegni dell’Accordo di Parigi“.
Meloni a COP27 promette una transizione giusta e contrasto alla crisi climatica, ma intanto sblocca le trivelle nel Mediterraneo
Nel suo discorso alla COP27 Meloni ha affrontato il tema energia, cruciale nelle tensioni geopolitiche e nella strategia energetica a lungo termine. “Vogliamo proseguire verso una diversificazione del settore dell’energia, in stretta collaborazione con diverse Nazioni africane. Stiamo migliorando la nostra cooperazione in termini di sicurezza energetica, rinnovabili, ed educazione dei giovani. Questo servirà per stimolare una crescita verde, la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo di catene di valore sostenibili“.
Restando in tema, però, è di qualche giorno fa la notizia dello sblocco delle trivelle per poter estrarre fino a 2 miliardi di metri cubi di gas dal sottosuolo italiano, da destinare ad aziende gasivore a prezzi calmierati. Con questa misura sarebbe possibile fornire gas già a partire da gennaio 2023. Secondo le stime del già ministero della Transizione Ecologica, le riserve “certe” di gas in Italia ammontano a 39,8 miliardi di metri cubi: dieci miliardi metri cubi in più rispetto al totale annuo delle importazioni italiane di gas russo prima della guerra. Questo intervento, a cui potrebbe unirsi anche il via libera alle estrazioni nell’Alto Adriatico – interdette da 30 anni – sebbene fatto in un contesto di emergenza, non rientra però nei piani di transizione energetica necessari per il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Secondo gli ultimi report pubblicati in vista della COP27, infatti, non ci sarebbe più alcuno spazio per nuovi investimenti nei combustibili fossili: non sono investimenti sensati, e rischiano di diventare degli stranded asset, investimenti destinati a perdere di valore. Il settore dell’energia dovrebbe voltare pagina, deve abbandonare i combustibili fossili e indirizzarsi verso fonti energetiche a zero o basse emissioni. La dipendenza dai fossili deve, o meglio dovrebbe finire qui. L’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha previsto il raggiungimento nei prossimi anni di un plateau della domanda di combustibili fossili, a cui seguirà un calo duraturo e costante. Investire ancora in questo ambito è quindi la mossa peggiore se vogliamo veramente frenare il riscaldamento globale.
Italia, Europa e finanza climatica
Tornando al discorso di Meloni alla COP27 sono stati citate le misure europee del RePowerEU, insieme all’evento Youth4Climate, ospitato prima della COP26 di Glasgow. “All’interno dell’UE vogliamo ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro e non oltre il 2050. In questa prospettiva, l’Italia ha recentemente rafforzato la capacità di installazione di rinnovabili e accelererà il passo, in linea con gli obiettivi del RePowerEU. Vogliamo perseguire una transizione giusta, per dare supporto alle comunità più colpite, e non lasciare nessuno indietro“. “L’anno scorso la Presidenza italiana del G20 ha raggiunto obiettivi importanti che hanno preparato la strada agli accordi di Glasgow. Come partner del Regno Unito nella COP26, abbiamo promosso l’evento Youth4Climate, che voleva integrare la voce dei giovani nei processi decisionali alla base della lotta al cambiamento climatico“.
“L’Italia ha anche aumentato il proprio contributo nella finanza climatica. Abbiamo quasi triplicato i nostri sforzi finanziari, fino a 1.4 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni, inclusi 840 milioni di euro per il nuovo Fondo italiano per il Clima”. “Restiamo fedeli all’impegno da 100 miliardi di dollari a supporto dei Paesi in via di Sviluppo fino al 2035, e per gli obiettivi a seguire. Per poter fare ciò dobbiamo unire governi, investitori privati e banche multilaterali per condividere investimenti e rischi e accelerare la transizione energetica“. “L’Italia è fiera di partecipare al Just Transition Partnership, una ambiziosa iniziativa del G7 che fornirà strumenti finanziari e assistenza tecnologica ai Paesi partner“.
Mitigazione, adattamento, ingiustizia climatica e prossime generazioni: la chiusura del discorso di Giorgia Meloni alla COP27
“I recenti disastri climatici, specie quelli riguardanti il rischio idrogeologico dei nostri territori dimostrano che mitigazione e adattamento sono due facce della stessa medaglia. Italia sta dando supporto finanziario ad entrambe queste priorità. Nel 2020 il 56% della nostra finanza climatica è stata dedicata a misure di adattamento, mentre il restante 44% è servito per la mitigazione”.
“Combattere il cambiamento climatico è un’impresa collettiva che richiede il pieno impegno di tutti i Paesi, e la cooperazione di tutti gli attori principali. Sfortunatamente dobbiamo ammettere che questo non sta avvenendo. Non possiamo nascondere il fatto che i Paesi più impegnati rischiano di pagare il prezzo più alto a vantaggio di chi è maggiormente responsabile delle emissioni di CO2 del Pianeta. E’ un paradosso e servono misure per appianare questo squilibrio. I nostri sforzi sarebbero vani e lo scopo di eventi come questo rischiano di non produrre gli effetti che la storia si aspetta da tutti noi. Da leader, lo dobbiamo alle prossime generazioni. Visto il nostro impegno per la protezione dell’ambiente, parte della nostra identità, è l’esempio più vivido dell’alleanza verso chi è qui, chi è stato qui, e chi verrà dopo di noi. L’Italia farà la sua parte“.
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