Sono eloquenti le immagini satellitari senza precedenti che inquadrano l’Artico e gli incendi che stanno coinvolgendo Alaska, Groenlandia e la Siberia. Secondo gli scienziati, gli incendi estivi non sono insoliti nell’Artico ma, una entità simile in questa stagione è maggiore di qualsiasi altro episodio da qui a 16 anni.
Gli studiosi temono anche che, vista l’estensione verso Nord delle fiamme, non si tratti solo di incendi boschivi ma anche di incendi di torba (combustibile fossile derivato da parziale carbonizzazione di detriti e depositi vegetali in acqua). La preoccupazione è data dal fatto che, mentre un incendio boschivo artico dura in media poche ore o al massimo pochi giorni, gli incendi di torba possono durare per settimane siccome bruciano in profondità nel terreno.
La torba immagazzina anche grandi quantità di carbonio quindi grandi quantità di anidride carbonica vengono rilasciate nell’atmosfera. Nel dettaglio, Mark Parrington – scienziato senior del servizio di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus EU – sostiene che gli incendi nell’Artico hanno già rilasciato circa 100 megatoni, 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica da giugno, un totale che si avvicina alle emissioni di anidride carbonica dei combustibili fossili del 2017 dell’intero Belgio.
Approximately 100 Mt CO2 emitted by Arctic wildfires between 1 June & 21 July 2019 is getting close to 2017 fossil fuel CO2 emissions of Belgium https://t.co/ulk5y0IJh6 @EU_ScienceHub @adamvaughan_uk
— Mark Parrington (@m_parrington) July 22, 2019