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Cina, arriva la “Borsa del carbone”: un passo avanti verso la neutralità

Xi Jinping punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060

Una Borsa del carbone. Da lunedì 1 febbraio la Cina ha dato il via a un mercato nazionale delle emissioni di anidride carbonica. Questa mossa, arrivata dopo lunghi mesi di tentennamenti, potrebbe essere uno dei passi più significativi intrapresi per ridurre le emissioni di gas serra già nel 2021. La Cina è il più grande produttore di gas serra e la sua quota di emissioni mondiali continua a salire. Il presidente Xi Jinping ha fissato due grandi obiettivi, rilanciati anche durante il suo ultimo intervento all’Assemblea Generale della Nazioni unite lo scorso settembre: raggiungere il picco delle emissioni prima del 2030 e arrivare alla neutralità carbonica entro il 2060.

Mentre il governo cinese lavora per frenare il suo impatto ambientale, politiche come un sistema di scambio di emissioni potrebbero stimolare l’adozione di nuove tecnologie, aumentando la domanda di beni e servizi da parte di startup nazionali e società tecnologiche in tutto il mondo.

Questo mercato nazionale delle emissioni di anidride carbonica aiuterà a fissare dei limiti di inquinamento per alcune industrie, obbligando chi li sfora ad acquistare dei permessi. Le industrie che invece resteranno al di sotto dei limiti potranno avere la possibilità di vendere le proprie quote, incentivando così la transizione energetica.

Nella prima fase sono state inserite nello schema 2267 centrali termiche, responsabili del 40% della CO2 rilasciata nell’atmosfera dalla Cina, primo Paese al mondo per emissioni. In una seconda fase il mercato dovrebbe essere esteso anche alle aziende più inquinanti di altri settori, come cemento e acciaio.

I “carbon markets” presenti in alcune parti degli Stati Uniti e in modo più diffuso in Europa, impongono un prezzo alle emissioni industriali e costringono le aziende a compensare tali emissioni investendo in progetti per rimuovere una porzione equivalente di gas serra dall’atmosfera.

Si tratta di una componente chiave dell’Accordo di Parigi del 2015, ma sono anche oggetto di grandi controversie. Se questi mercati non vengono gestiti in modo efficace possono essere una “enorme scappatoia” per gli emettitori.

Intanto nei giorni scorsi gli ispettori del governo centrale hanno criticato l’autorità energetica cinese per non aver applicato standard ambientali alla dilagante espansione del carbone in tutto il paese.

Il rapporto del Central Environmental Inspection Team (CEIT) ha accusato “alcuni compagni della NEA, la National Energy Administration, di non aver attribuito sufficiente importanza alla protezione ambientale e alla promozione di energia a basse emissioni di carbonio”. Il rapporto ha evidenziato come siano state costruite centrali elettriche a carbone in regioni popolose con un elevato inquinamento atmosferico, e ha accusato la NEA di non essere riuscita a fermare le miniere di carbone che producono più di quanto avrebbero dovuto.

Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

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