L’Artico è così caldo che si può fare sci nautico [VIDEO]
«Con i cambiamenti climatici nuovi divertimenti artici»: la provocazione del direttore del Parco del Pleistocene
La Siberia, anche oltre il circolo polare artico, continua a collezionare nuovi e impressionanti record di caldo: si tratta di una notizia preoccupante, come ha spiegato il meteorologo Daniele Izzo in questo approfondimento.
Il mese di giugno che ci lasciamo alle spalle è stato il secondo più caldo mai registrato a livello globale e proprio l’artico siberiano è stata la zona in cui le temperature sono state più elevate. Mediamente in tutto il mese si sono registrati valori di 5 gradi superiori alla norma in Siberia, con picchi massimi impressionanti come quello del 20 giugno, giorno del solstizio d’estate, quando Verkhoyansk, che normalmente è una delle località più fredde della regione, ha toccato addirittura i 38 gradi, 17 in più rispetto alla media stagionale.
Condizioni estreme per quella che è tra le zone abitate più fredde del mondo: fa così caldo che è possibile fare sci nautico nelle acque del Kolyma, uno dei grandi fiumi russi che attraversa la Yakutia per sfociare nell’Oceano Artico. Lo ha fatto Nikita Zimov, direttore del Parco del Pleistocene che si trova oltre il circolo polare artico. Come ha raccontato lui stesso all’Ansa, «abbiamo avuto la più prematura rottura di ghiaccio sul fiume, e giugno è stato probabilmente il mese più caldo di sempre. Ci sono stati circa 10 giorni di caldo senza precipitazioni, con due incendi boschivi in prossimità della stazione a causa della siccità».
«Con i cambiamenti climatici – ha scritto su Facebook la pagina del Parco, che ha pubblicato il video a giugno – nuovi divertimenti artici»:
https://www.facebook.com/PleistocenePark/videos/297700391428527/
«C’era troppo caldo, non si poteva fare altro», ha confermato all’Ansa il direttore del parco, fondato dal padre Serghei con la tesi che i grandi erbivori, come appunto quelli che esistevano nel Pleistocene, sono in grado di tenere sotto controllo le emissioni di gas serra attraverso il landscaping delle regioni artiche. Tesi che i fatti sembrano avvalorare: all’interno del Parco del Pleistocene, popolato da un grande numero di animali, c’è meno dispersione di calore e il permafrost rimane più freddo.
Il progetto deve però fare i conti con una situazione economica difficile, aggravata dall’emergenza Coronavirus. Anche se Nikita Zimov ha detto che di «contagi effettivi» non ce ne sono stati, il virus «sta avendo un impatto economico enorme sulla stazione di ricerca e sul parco. Quest’anno praticamente non avremo visitatori internazionali», la principale forma di reddito per il progetto, che non riceve finanziamenti pubblici.