La COP29 è al suo quarto giorno e la notizia delle ultime 24 ore è il ritiro della delegazione argentina ordinato dal presidente Javier Milei.
Oltre 80 rappresentanti del Paese sudamericano si trovano a Baku, in Azerbaigian. Il leader argentino di estrema destra aveva definito la crisi climatica una “menzogna socialista” e durante la campagna elettorale dello scorso anno ha minacciato di ritirarsi dall’accordo di Parigi, anche se poi ha fatto marcia indietro.
C’è una diffusa preoccupazione per il futuro dell’accordo sul clima dopo l’elezione negli Stati Uniti di Donald Trump che si è impegnato a uscire dall’accordo per la seconda volta. Prima dei colloqui, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato che una seconda uscita degli Stati Uniti potrebbe “paralizzare” l’accordo globale per limitare il riscaldamento a meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
I Paesi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) devono fornire regolarmente rapporti al segretariato dell’UNFCCC. Tra i prossimi passi che l’Argentina dovrebbe compiere c’è un rapporto di trasparenza biennale, previsto per la fine dell’anno. Buenos Aires dovrà anche fornire, come i quasi 200 Paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi, il suo nuovo Contributo Nazionale Determinato (NDC) per combattere il cambiamento climatico. Questi nuovi impegni devono essere finalizzati entro febbraio 2025.