Crisi climatica, i bambini esposti ai disastri sette volte più dei loro nonni
Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science ha analizzato gli impatti della crisi climatica sui bambini rispetto a quanto subito dai loro nonni o genitori. I risultati sono impressionanti e ci fanno capire quanto siano rapidi gli stravolgimenti climatici e quanto possano impattare sulla vita delle persone. I bambini di oggi soffriranno in modo molto più intenso ondate di caldo ed eventi meteo estremi rispetto al passato.
L’analisi ha dimostrato ad esempio che un bambino nato nel 2020 sopporterà una media di 30 ondate di caldo estremo nella sua vita, anche nella migliore delle ipotesi, cioè se i Paesi manterranno i loro impegni attuali per ridurre le future emissioni di gas serra. Queste trenta ondate di calore possono sembrare poche o trenta può apparire un numero come un altro, ma si tratta di un impatto sette volte maggiore rispetto a una persona nata solo nel 1960.
Si tratta del primo studio che mette in confronto gli impatti del global warming in relazione a diversi gruppi di età, mettendo in evidenza l‘ingiustizia intergenerazionale posta dalla crisi climatica.
After quantifying changes in lifetime exposure to climate extremes across generations, researchers estimate children born in 2020 will experience a two to sevenfold increase in extreme events, particularly heatwaves, under current climate policy pledges. https://t.co/lS6e7m9D2T
— Science Magazine (@ScienceMagazine) September 26, 2021
Bambini e crisi climatica: lo studio pubblicato su Science
Si tratta del primo studio che mette in confronto gli impatti del global warming in relazione a diversi gruppi di età, evidenziando così l’ingiustizia intergenerazionale posta dalla crisi climatica.
La ricerca ha combinato proiezioni di eventi estremi ricavati da sofisticati modelli climatici computerizzati, dati dettagliati sulla popolazione e sull’aspettativa di vita e traiettorie della temperatura globale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.
Lo studio ha evidenziato una significativa variazione regionale nei risultati. Ad esempio, i 53 milioni di bambini nati in Europa e in Asia centrale tra il 2016 e il 2020 sperimenteranno eventi estremi circa quattro volte più gravi rispetto alle generazioni precedenti ma i 172 milioni di bambini della stessa età nati nell’Africa sub-sahariana ne affronteranno 5,7 volte in più. I bambini di oggi cresceranno e subiranno il doppio di siccità e incendi e tre volte più inondazioni dei fiumi e raccolti falliti rispetto a chi ha 60 anni.
La soluzione per interrompere questa deriva viene come sempre dalla riduzione delle emissioni per mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C: si potrebbero così dimezzare le ondate di calore che i bambini di oggi sperimenteranno. Se le temperature globali dovessero invece rimanere sotto i 2°C la riduzione di questi eventi meteo estremi sarebbe solo di un quarto.