I cambiamenti climatici stanno modificando anche la migrazione degli uccelli
Uno studio dell'ISPRA durato circa 30 anni, ha portato alla luce come alcune specie stiano anticipando la migrazione primaverile
Uno studio dell’ISPRA ha messo in risalto come i cambiamenti climatici stiano modificando anche la migrazione degli uccelli. L’analisi condotta su 225000 esemplari nell’arco di 30 anni ha rilevato un anticipo degli spostamenti primaverili. Sono state monitorate le rotte di 6 specie di uccelli migratori a lungo raggio: beccafico, balia nera, codirosso comune, usignolo, cannaiola e torcicollo. I dati hanno dimostrato che la balia e il codirosso stanno anticipando di un giorno ogni 3-4 anni la data della migrazione primaverile. Il calendario è stato anticipato meno rapidamente da torcicollo e cannaiola; usignolo e beccafico non palesano invece variazioni significative. Recepire queste importanti informazioni è stato possibile grazie al lavoro di inanellamento dei ricercatori dell’Istituto. I cambiamenti climatici stanno portando gli inverni ad essere progressivamente meno rigidi: durante la stagione fredda gli uccelli accumulano grasso per ridurre i rischi di mortalità legati a una possibile scarsezza di cibo. Un uccello grasso però ha anche un rischio maggiore di essere predato.
I modelli con i quali Ispra ha analizzato le condizioni di oltre 80000 uccelli inanellati in pieno inverno in Italia dal 1982, hanno dimostrato che il peso medio è sceso in maniera significativa sia nel pettirosso che nella capinera. La migrazione degli uccelli da sempre è uno degli spettacoli più affascinanti ed emozionanti per chi ama la natura. Le stagioni del fenomeno sono due, primavera e autunno anche se il movimento migratorio degli uccelli è perenne e dura 365 giorni l’anno. Il periodo effettivo dipende da diversi fattori, come la specie, la distanza di migrazione, la velocità di spostamento, il tragitto da compiere e la disponibilità di cibo. Questi dati innovativi, derivati dai forti legami degli uccelli con la stagionalità delle condizioni ecologiche, confermano il ruolo che sia specie migratrici, sia svernanti possono avere come efficaci indicatori degli effetti del cambiamento climatico sugli ambienti nei quali anche noi viviamo.