Ciclone Gabrielle sulla Nuova Zelanda: dopo il mese più piovoso in 170 anni di storia, ad Auckland è ancora allerta
Le acque più calde dell'oceano hanno reso il ciclone ancora più intenso
La città di Auckland, la più grande della Nuova Zelanda, ha appena vissuto il mese più piovoso in 170 anni di storia, nonché il giorno più piovoso di sempre, con vasti allagamenti nell’area, e l’emergenza non è finita: il ciclone Gabrielle sta portando ancora forti piogge e venti molto intensi. Dichiarato lo stato di emergenza nel Nord del Paese.
#Auckland pic.twitter.com/RamXogCF0V
— RainbowTui (@PrzemekRM) January 27, 2023
Ciclone Gabrielle sulla Nuova Zelanda: massima allerta ad Auckland
Le raffiche di vento che accompagnano il Ciclone Gabrielle hanno raggiunto secondo il MetService i 150-170 km/h nell’isola settentrionale, e fino a 100-110 km/h nella città di Auckland. Nelle ultime 36 ore si sono raggiunti accumuli fino a 400 mm nell’area di Gisborne e 200 mm ad Auckland.
Son called into work at New World Kumeū – flooding with water up to the decking at the old Carriages – and yes that is the National Party anti 3 waters billboard once more under water #CycloneGabrielle pic.twitter.com/k4Q5AGFNlW
— stephenlethbridge@mastodon.nz (@stephen_PtC) February 13, 2023
Il centro di bassa pressione di Gabrielle è ora situato a nord della Baia dell’Abbondanza, nell’Isola del Nord della Nuova Zelanda e nel corso delle prossime ore si dirigerà verso sud-est, allontanandosi dalla terraferma.
Qualche residuo fenomeno è atteso nelle prossime ore nell’estremo nord, poi le piogge si concentreranno soprattutto nei settori meridionali dello Stato: nei prossimi giorni sono infatti attese piogge lungo i versanti orientali dell’Isola del Sud.
Per la giornata di oggi è ancora attiva l’allerta rossa nei settori nord-occidentali della Nuova Zelanda per rischio pioggia, con altri 30 e i 50 mm di pioggia, e per vento forte, con raffiche a 120 km/h. L’allerta arancione riguarda i settori centro-settentrionali del Paese. Sono possibili nuove esondazioni e allagamenti diffusi. Il rischio riguarda anche la possibilità di frane improvvise e allagamenti stradali, rischio di caduta alberi e danni alla rete elettrica. Alcune zone potrebbero rimanere senza corrente per alcuni giorni.
Tutti i voli nazionali e internazionali dell’Aeroporto di Auckland sono stati cancellati per il passaggio del ciclone Gabrielle.
Holy hell – this is Brookfield bridge in Hastings ? #ClimateCrisis #CycloneGabrielle https://t.co/GaUHJ4dqCs
— Sharron Ward (@SharronWardTV) February 14, 2023
Ciclone Gabrielle più intenso a causa del riscaldamento globale?
Come sempre succede, durante e dopo ogni evento meteo estremo, si cerca di capire cosa abbia potuto provocare effetti così intensi da far entrare il fenomeno negli annali. E come sempre, per poter attribuire questo nesso con certezza scientifica, servono studi approfonditi.
Quello che è possibile dire, però, è che la forza del ciclone è stata decisamente notevole, con piogge molto intense concentrate in un breve arco di tempo. Quello che gli scienziati chiamano estremizzazione degli eventi meteorologici, una delle conseguenze della crisi climatica che si verifica un po’ ogni in angolo del Mondo. L’ultimo evento intenso è stato il “Medicane” o “TLC” che ha colpito la Sicilia: fenomeno mai verificatosi prima nel mese di febbraio.
In questo caso l’intensità dei cicloni deriva principalmente dalla temperatura superficiale dei mari e degli oceani che incontra: con temperature oltre la norma, l’umidità presente – vero e proprio carburante per le perturbazioni e per i cicloni – è maggiore.
Osservando la temperatura nel Pacifico tropicale occidentale è possibile notare come sia effettivamente molto più caldo del normale: in alcune zone vicino all’Isola del Sud è perfino 6 gradi più caldo, mentre nei settori più a nord è 2-3 gradi più caldo del normale.
L’intensa fase di maltempo portata dal ciclone Gabrielle inoltre arriva dopo settimane già molto piovose: la città di Auckland arriva da uno dei mesi più piovosi dei suoi 170 anni. Con il suolo ormai saturo, ogni nuova fase piovosa può diventare potenzialmente critica.
A fine gennaio il bilancio per la città di Auckland è stato di ben 539 mm, il 25% di pioggia in più rispetto a qualsiasi altro mese risalente al 1853, compreso il vecchio record di 420 mm (16,54 pollici) stabilito nel febbraio 1869. A dirlo è NIWA, l’Istituto nazionale della Nuova Zelanda della ricerca sull’acqua e sull’atmosfera.
Si stima che le inondazioni del mese di gennaio potrebbero costare 630 milioni di dollari in danni assicurati. Se così fosse si tratterebbe dell’alluvione più costosa mai registrata in Nuova Zelanda. Il precedente record è di 310 milioni di dollari e si riferisce ai danni provocati dell’alluvione lampo dell’estate del 2004.
L’unico disastro meteorologico registrato in Nuova Zelanda “da un miliardo di dollari” è stata la terribile siccità del 2013, costata 1,1 miliardi di dollari.