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Ondata di caldo invernale in Sud America: l’ennesima conferma della crisi climatica

Un nuovo studio di attribuzione del WWA stima che questo evento estremo è stato reso 100 volte più probabile a causa del cambiamento climatico

Ampie zone del Sud America hanno trascorso i mesi di luglio e agosto alle prese con un caldo senza precedenti per il periodo invernale. Alla fine dello scorso inverno, milioni di persone in Brasile, Bolivia, Argentina e Paraguay hanno sperimentato temperature che hanno superato i 40 gradi. Un evento legato alla crisi climatica. Un nuovo studio di attribuzione, infatti, ha scoperto che questa ondata di caldo è stata resa 100 volte più probabile dal cambiamento climatico.

In alcune parti del Sud America, l’intero periodo invernale è stato punteggiato da intensi eventi di ondate  di calore. Luglio e agosto sono stati i mesi più caldi di tutto il continente e agosto è stato il mese più anomalo e caldo mai registrato. Secondo l’Amministrazione Nazionale Oceanica e Atmosferica degli Stati Uniti, quest’ultimo ha misurato ben 2,4 gradi C (4,3 gradi F) sopra la media.

L’ondata di caldo fuori stagione in Sud America ha colpito in modo significativo colture come il caffè e ha ucciso almeno quattro persone, ma probabilmente molte di più, perché la portata completa dei decessi dovuti al caldo richiederà settimane o mesi per essere chiarita.

È stato solo uno dei tanti eventi di caldo estremo che hanno colpito decine di milioni di persone in tutto il mondo negli ultimi mesi. Le temperature così elevate hanno contribuito a stabilire diversi record globali quest’anno: luglio è stato il mese più caldo della storia dell’umanità, i tre mesi da giugno ad agosto sono stati il periodo di tre mesi più caldo e settembre è stato probabilmente il mese più anomalo dal punto di vista termico (cioè con le temperature più alte rispetto alla media a lungo termine di un dato mese).

Per cercare le impronte del cambiamento climatico negli eventi meteorologici estremi, i ricercatori del WWA si sono concentrati su una delle “cupole di calore” che si sono verificate sul continente a fine settembre. Hanno esaminato i 10 giorni consecutivi più caldi nella regione in cui il caldo è stato più estremo, in Paraguay, Brasile centrale, Bolivia e Argentina.
Per ciascuno dei suoi studi, il WWA cerca le tendenze nei dati storici e utilizza modelli computerizzati per confrontare il clima odierno con un mondo teorico senza cambiamenti climatici causati dall’uomo.
I ricercatori hanno scoperto che il cambiamento climatico ha reso il recente evento sudamericano almeno 100 volte più probabile e da 1,4 a 4,3 gradi più caldo.

“È preoccupante che le temperature superiori ai 40°C in primavera stiano diventando comuni in molte parti del mondo”, ha dichiarato in un comunicato stampa Izidine Pinto, ricercatore presso il Royal Netherlands Meteorological Institute e membro del team internazionale World Weather Attribution (WWA) che ha condotto l’analisi. “Questa è la realtà del nostro clima in rapido riscaldamento. Ogni anno registriamo un numero sempre maggiore di giornate pericolosamente calde”.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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