Carne coltivata, approvata negli Regno Unito per produrre cibo per animali domestici
Il Regno Unito è il primo paese europeo ad approvare l’uso di carne coltivata in laboratorio, con una applicazione che inizierà dalla produzione di cibo per animali domestici. L’Agenzia per la salute degli animali e delle piante e il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali hanno infatti approvato il prodotto dell’azienda Meatly, che produce carne coltivata di pollo.
L’industria del cibo per animali domestici viene spesso ignorata nelle politiche climatiche, ma si tratta un’industria che da sola ha lo stesso impatto climatico delle Filippine, il 13° Paese più popoloso del Mondo. Intervenire dunque anche su questo mercato, proponendo mangimi basati su carne coltivata, aiuterebbe quindi a ridurre le emissioni e l’impatto sul clima.
Secondo uno studio dell’Università di Winchester il 50% dei proprietari di animali domestici intervistati darebbe ai propri animali carne coltivata, mentre il 32% la mangerebbe per sé.
Nel Regno Unito avranno ora possibilità di scegliere tra mangimi derivanti da carne proveniente da allevamenti intensivi, o carne coltivata. Il prodotto Meatly viene realizzato partendo da un piccolo campione di uovo di gallina, che viene coltivato con vitamine e aminoacidi in laboratorio per far crescere le cellule in un contenitore simile a quelli in cui viene fermentata la birra. Il risultato finale è una pasta simile al paté.
L’azienda ha detto di volersi concentrare ora sulla riduzione dei costi, iniziando a scalare la produzione per raggiungere volumi industriali entro i prossimi tre anni. Finora Meatly ha raccolto 3,5 milioni di sterline dagli investitori e prevede di raccoglierne 5 milioni nel prossimo round di raccolta fondi.
Le prospettive sono chiare: il precedente governo del Regno Unito stava cercando di accelerare l’approvazione della carne coltivata per il consumo umano, processo già compiuto a Singapore e Israele. Altri stati come Florida e Alabama hanno invece vietato la carne coltivata, sotto la pressione delle lobby della carne. L’opposizione alla carne coltivata c’è anche in Europa, con l’Italia e altri 11 Paesi schierati contro quello che viene spesso definito come cibo “sintetico”.
