L’Europa vuole bloccare i prodotti derivati dalla deforestazione
C'è il sì di Strasburgo alla proposta avanzata dalla Commissione per contrastare la deforestazione e salvaguardare la biodiversità. Greenpeace: «Un grande passo avanti, ora tocca ai governi nazionali».
L’Europa fa un passo in avanti nella lotta alla deforestazione. Martedì 13 settembre la Plenaria del Parlamento europeo ha si è espressa a favore di una proposta avanzata dalla Commissione per regolare i prodotti esenti da deforestazione. 453 i voti favorevoli, 57 i contrari, 123 astenuti.
La normativa prevedrà l’obbligo, per le aziende che vendono prodotti in Europa, di garantire che la loro estrazione, raccolta o produzione non sia legata alla deforestazione, al degrado dei territori d’origine o alla violazione dei diritti umani.
La proposta avanzata dalla Commissione riguarda in particolare il cacao, il caffè, l’olio di palma, la soia, il legno e i prodotti di origine animale legati all’allevamento dei bovini, a cui si aggiungono naturalmente tutti i relativi derivati come cioccolato, cuoio o mobili. Il Parlamento europeo ha espresso la volontà di includere anche la carne suina, ovina, e caprina, il pollame, il mais, la gomma e i prodotti a base di carbone e carta stampata. La Plenaria chiede inoltre che le istituzioni finanziarie siano soggette a requisiti aggiuntivi per garantire che le loro attività non contribuiscano alla deforestazione.
Rispetto a quanto proposto dalla Commissione, l’Europarlamento ha votato per una normativa più ambiziosa includendo tutti i prodotti che provengono da terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2019, un anno prima. A Strasburgo si è confermata anche la necessità dell’obbligo di tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera.
«Prendiamo sul serio la lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità», ha commentato dopo la votazione il relatore Christophe Hansen, del Partito Popolare Europeo (PPE). E ha sottolineato: «Riconoscendo che l’Europa è responsabile di circa il 10 per cento della deforestazione globale, non abbiamo altra scelta che intensificare i nostri sforzi per fermarla. Se riusciremo a trovare il giusto equilibrio tra ambizione, applicabilità e compatibilità con l’Organizzazione Mondiale del Commercio, questo nuovo strumento avrà il potenziale per aprire la strada a catene di approvvigionamento libere dalla deforestazione».
Il Parlamento europeo dovrà ora avviare i negoziati con la Commissione e gli Stati membri dell’Unione per arrivare alla legge finale e far sì che il regolamento entri in vigore.
«Un grande passo avanti», ha commentato Greenpeace dopo la votazione: «ora tocca ai governi nazionali».
«Nessuno vuole avere la preoccupazione che la propria spesa, il cibo nel piatto, siano legati a distruzione della natura, perdita di biodiversità e violazioni dei diritti umani», afferma Martina Borghi, della campagna foreste dell’organizzazione. «Il voto di oggi è un grande passo avanti per affrontare le responsabilità dell’Unione rispetto alla deforestazione nel mondo. Questa normativa ha ottenuto uno schiacciante sostegno pubblico e un riscontro positivo delle istituzioni europee: ora la responsabilità passa ai governi nazionali, che dovranno rispettare il volere dei cittadini europei e non fare gli interessi di aziende e multinazionali che vorrebbero creare scorciatoie per aggirare la normativa».
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