L’Europa presenta un nuovo obiettivo climatico a COP27: cresce l’ambizione
Un passo avanti concreto solo se cominceremo a misurare i contributi, avverte ECCO: «il traguardo di 1.5°C è a portata di mano, ma ancora per pochi anni».
Durante la COP27 – la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si sta svolgendo in questi giorni in Egitto – l’Europa ha annunciato che intende aggiornare i propri obiettivi climatici alzando l’asticella dell’ambizione.
A dare la notizia in modo ufficiale è stato Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea, a capo della politica climatica dell’Unione: «Sono felice di annunciare qui oggi che l’UE è pronta ad aggiornare il nostro NDC riflettendo una maggiore ambizione», ha detto durante la plenaria che si è svolta martedì mattina a COP27. Gli NDC sono i contributi determinati a livello nazionale, previsti dall’Accordo di Parigi: in pratica si tratta delle promesse (non vincolanti) avanzate dai Governi in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, responsabili dell’aumento della temperatura media globale.
Il precedente NDC europeo prevedeva di ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2030 per poi puntare alla neutralità climatica – ovvero alle zero emissioni nette – entro il 2050. Secondo quanto annunciato oggi, l’UE si pone ora l’obiettivo di arrivare al -57 per cento entro il 2030.
Molti affermano che la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina stia affossando il Green Deal europeo, ha detto Timmermans nel suo intervento a COP27, e ha assicurato che, al contrario, «l’Europa sta seguendo la rotta» sul clima. «Stiamo risparmiando più energia, investendo più che mai nelle rinnovabili – ha detto -. La guerra della Russia contro l’Ucraina finirà. L’Ucraina crescerà e prospererà, il Green Deal europeo avrà successo. La crisi climatica sta devastando il nostro pianeta, ogni giorno. Dobbiamo intensificare la nostra azione».
Il nuovo obiettivo dell’Europa è un passo avanti concreto per il clima o solo una mossa di facciata?
Lo abbiamo chiesto a Chiara Di Mambro, responsabile del programma decarbonizzazione del think tank italiano ECCO.
«È concreto solo se cominceremo a misurare i contributi», commenta Di Mambro. «Il covid e la successiva ripresa hanno ostacolato un’azione coerente con il clima e gli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi. Adesso bisogna riprendere con più slancio, perché la scienza ci dice che il traguardo di 1.5°C è a portata di mano, ma ancora per pochi anni».
Più critici gli ambientalisti di Climate Action Network: “sono briciole”
«L’emergenza climatica in cui ci troviamo non merita le briciole dell’UE», ha commentato la direttrice di CAN (Climate Action Network) Europe, Chiara Martinelli. «L’aumento di 2 punti percentuali dal 55% al 57% dell’impegno dell’UE per la riduzione delle emissioni nette entro il 2030 è ben lontano dal necessario». Secondo quanto riferito dagli attivisti, l’Unione Europea dovrebbe impegnarsi a raggiungere almeno una riduzione del 65 per cento delle emissioni entro il 2030 per dare un apporto equo al contrasto dei cambiamenti climatici e allo sforzo globale di mantenere l’aumento delle temperature medie entro 1.5°C.
«Questo piccolo aumento annunciato oggi alla COP27 non rende giustizia agli appelli dei Paesi più vulnerabili in prima linea contro la crisi climatica – commenta Martinelli. – Se l’UE non guida la mitigazione dei cambiamenti climatici, con la sua lunga storia di emissioni di gas serra, chi lo farà?».
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