Fit for 55, approvate misure più ambiziose: ecco cosa cambia per Ets, Carbon Tax e Fondo sociale per il clima
Il Parlamento dell’UE ha approvato 5 misure del Fit for 55, il piano strategico dell’Europa per tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, con importanti novità sui 3 pilastri fondamentali della strategia climatica europea: il sistema di scambio di quote di emissioni (Ets), la “carbon tax” e il Fondo sociale per il clima.
“Due anni fa abbiamo presentato le leggi per la realizzazione del Green Deal europeo; con le votazioni di oggi, raggiungiamo un’altra pietra miliare“, ha commentato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Voglio ringraziare l’Europarlamento per il suo sostegno e invito gli Stati membri a compiere ora gli ultimi passi. Insieme, faremo dell’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico”.
Il Parlamento UE approva tre pilastri del pacchetto Fit for 55
Innanzitutto nell’ambito del pacchetto Fit for 55 è stata approvata, con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni, una riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Ets), che aumenta le ambizioni dell’UE portando il taglio al 62% rispetto ai livelli del 2005. L’Ue ha introdotto la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034, e dal 2027 il sistema Ets II per i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori.
Rispetto all’Ets, il Parlamento dell’Unione Europea ha deciso di includere, per la prima volta, anche le emissioni di gas serra derivanti dal settore marittimo e di effettuare una revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo. Questo consentirà di eliminare gradualmente entro il 2026 le quote gratuite per il settore dell’aviazione, promuovendo così l’uso di combustibili sostenibili.
La decisione sull’Ets è stata “cruciale”: è uno strumento grazie al quale l’Ue potrà far coincidere “attuazione e ambizione” per il clima, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea con delega al Green Deal, Frans Timmermans.
Rispetto alla “carbon tax”, ovvero il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), il Parlamento ha approvato con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni l’inclusione di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni.
Il Meccanismo Cbam, il cui obiettivo è quello di garantire che gli sforzi climatici dell’UE non vengano messi in pericolo dalla delocalizzazione della produzione in Paesi extra UE e quindi incentivare anche Paesi terzi ad adottare politiche climatica più ambiziose, inoltre imporrà alle aziende che importano in Europa prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera. Il Cbam sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in concomitanza con l’eliminazione progressiva delle quote gratuite nell’ETS.
Infine, con 521 voti a favore, 75 contrari e 43 astensioni, il Parlamento UE ha approvato anche il Fondo sociale per il clima, uno strumento necessario per garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva. Il Fondo sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi). A beneficiare del Fondo saranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica.
“Il sistema di scambio di quote di emissione sarà rafforzato e ampliato per includere il trasporto marittimo e aereo, le aziende di combustibili fossili ed energia dovranno anche iniziare ad acquistare permessi di emissione sui carburanti per autotrazione e riscaldamento” e “ciò creerà un forte incentivo per i trasporti puliti e renderà gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico”, spiega Timmermans. “Coloro che possono pagare pompe di calore e pannelli solari avranno un forte incentivo a farlo”, prosegue, mentre per “coloro che non possono farlo da soli, sarà disponibile il supporto” del “Fondo sociale per il clima” con “oltre 86 miliardi di euro dal 2026”. Il pacchetto, conclude Timmermans, “è pronto per essere votato in Consiglio” così l’Ue diventerà “la prima grande economia in cui l’attuazione corrisponde all’ambizione”.