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Grande traguardo raggiunto dagli ambientalisti dell’Ocean Voyages Institute

Droni e satelliti artificiali per ripulire 40 tonnellate di rifiuti dal Pacifico

La nave cargo Kwai dell’Ocean Voyages Institute ha raggiunto un grande traguardo: in 25 giorni, grazie a droni e satelliti artificiali, i suoi ambientalisti sono riusciti a ripulire l’Oceano Pacifico di 40 tonnellate di rifiuti. L’organizzazione senza scopo di lucro si è concentrata sull’area nota come “Great Pacific Garbage Patch” un enorme accumulo di spazzatura galleggiante che si trova nella zona di convergenza subtropicale del Pacifico settentrionale. In pieno oceano infatti, tra la California e le Hawaii, quattro correnti oceaniche convergono creando un vortice che raccoglie enormi quantità di plastica: ci sono bottiglie di detersivo, casse di birra, bibite, candeggina, bottiglie per la pulizia, mobili di plastica, cinghie di imballaggio, secchi, giocattoli per bambini e centinaia di tipi di plastica che galleggiano nel mezzo dell’oceano. L’obiettivo principale è stato raccogliere le “ghost net”, le reti fantasma che ogni anno, per colpa dei loro materiali a base di nylon e polipropilene, uccidono, secondo una stima delle Nazioni Unite, 380000 mammiferi marini e sembra che ogni anno se ne versino in mare almeno 600000 tonnellate.

Ghost Net

“La tecnologia satellitare ha svolto un ruolo chiave nel nostro lavoro. Ci ha dato la possibilità di usare una soluzione innovativa per la ricerca in aree come questa ad alto inquinamento da plastica. Le reti e gli altri detriti sono i segni di un inquinamento da plastica in aumento, che minaccia vita marina, ambienti costieri, navigazione, pesca, fauna selvatica e la nostra salute. Liberare l’oceano dalle mostruose reti fantasma è molto importante. Anche se spesso sono quelle piccole che uccidono balene e delfini strozzandoli” ha dichiarato Mary Crowley, fondatrice e direttrice esecutiva dell’Istituto. Un parte della plastica raccolta, circa una tonnellata e mezza, verrà utilizzata nelle scuole d’arte delle Hawaii per creare sculture, il resto sarà riciclato per produrre energia.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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