
Il riscaldamento globale non arresta la sua corsa. Gli ultimi 15 anni si sono riscaldati a un ritmo doppio rispetto ai 40 anni precedenti e gennaio 2025 è stato il mese più caldo di sempre, con temperature superiori di ben 1,7°C rispetto ai livelli preindustriali. Nemmeno la presenza de La Niña è riuscita a sortire qualche effetto positivo. La Niña, infatti, tende solitamente a smorzare gli effetti del riscaldamento globale, rendendo i record di temperatura molto meno probabili.
Despite the recent cold in the USA, and the presence of a (weak) La Niña in the Pacific, January is on track to be the warmest January on record. 😬 pic.twitter.com/YvxGKhnDyt
— Dr. Robert Rohde (@RARohde) January 28, 2025
Il fenomeno climatico ciclico El Niño è ormai terminato e ha preso il via una fase fredda inversa, La Niña. Il raffreddamento di vaste aree del Pacifico orientale durante questo fenomeno ha infatti effetti a catena sui modelli meteorologici atmosferici, arrivando ad alterare anche i venti prevalenti in tutto il mondo.
January 2025 was the warmest January ever recorded, confirmed our colleagues at @CopernicusECMWF. Last month was 1.75°C above the pre-industrial level and 0.79°C above the 1991-2020 average.
Details: https://t.co/yKz6IaWkSn pic.twitter.com/dgLtCeV1zE
— World Meteorological Organization (@WMO) February 6, 2025
Questa reazione atmosferica contribuisce anche ad amplificare le variazioni della temperatura superficiale del mare e degli oceani. In genere, La Niña provoca un abbassamento della temperatura globale di circa due decimi di gradi Celsius. Nel 2024, il Pacifico è passato da condizioni moderate di El Niño a una debole La Niña. Tuttavia, sembra che questa volta questo fenomeno ciclico non sia sufficiente a fermare il riscaldamento globale, nemmeno temporaneamente.
The wait is over and La Niña is officially here.
There’s a 59% chance La Niña will persist through February–April, followed by a 60% chance of neutral conditions in March–May, according to @NWSCPC.
Read our latest ENSO Blog for more details: https://t.co/LUhJb4jGub pic.twitter.com/iu4nWVWKcJ
— NOAA Climate.gov (@NOAAClimate) January 9, 2025
Gli scienziati sottolineano che in ogni caso ogni ciclo di El Niño e La Niña è unico. Dopo una La Niña dal “triplo tuffo” e sorprendentemente lunga a partire dal 2020, anche il Niño che si è sviluppato nel 2023 è stato insolito, faticando a distinguersi da mari globalmente caldi.
Sebbene questo gennaio particolarmente caldo non sia necessariamente motivo di allarme immediato, suggerisce però che le fasi di “raffreddamento naturale” come La Niña potrebbero diventare meno efficaci nel compensare temporaneamente l’impatto dell’aumento dei livelli di gas serra sulle temperature globali.