Clima e alimentazione, Edimburgo sottoscrive il Plant Based Treaty: è la prima capitale europea
Per il consigliere che ha avanzato la proposta è «una fantastica opportunità per incoraggiare un'alimentazione che si basi molto di più sui vegetali»
Edimburgo è la prima capitale europea a sottoscrivere il Plant Based Treaty, che impegna la città a favorire il passaggio a un’alimentazione a base vegetale. Il trattato era stato lanciato proprio in Scozia nel 2021, durante la COP26 ospitata dalla città di Glasgow.
Una ventina le amministrazioni locali che finora si sono unite all’iniziativa: oltre a Edimburgo ci sono numerose città indiane, la località turca di Didim, le statunitensi Los Angeles e Boynton Beach (Florida) ed Haywards Heath, nel Regno Unito.
La mossa di Edimburgo: “serve ridurre il consumo di carne e latticini per centrare gli obiettivi climatici”
La proposta di sottoscrivere l’impegno è stata avanzata a Edimburgo dal consigliere dei Verdi Steve Burgess, che ha descritto l’iniziativa come «una fantastica opportunità per incoraggiare un’alimentazione che si basi molto di più sui vegetali».
«Le proteine vegetali hanno un’impronta di carbonio molto inferiore rispetto a quella di carne e latticini – ha spiegato -. Dichiarando la nostra approvazione, riconosciamo che i sistemi alimentari sono uno dei principali motori dell’emergenza climatica, e che il passaggio a diete a base vegetale può contribuire notevolmente alla riduzione delle emissioni di gas serra».
«La scienza è chiara – avverte il rapporto di valutazione dell’impatto dell’iniziativa -: il consumo di carne e latticini deve essere ridotto per raggiungere gli obiettivi climatici».
Secondo l’analisi, al momento il 23 per cento dell’impronta di carbonio dei consumi di Edimburgo deriva proprio dall’alimientazione, e di queste la metà (12%) è prodotta dal consumo di carne.
«Un passaggio a diete a base vegetale ridurrebbe in modo significativo le emissioni della città», afferma il rapporto.
Cos’è il Plant Based Treaty
Si tratta di una campagna progettata per mettere i sistemi di produzione alimentare – tra le principali fonti di emissioni al mondo – in prima linea nella lotta contro la crisi climatica ed ecologica. Il trattato si ispira al più noto Fossil Fuel Treaty, che impegna i firmatari ad allontanarsi dai combustibili fossili.
In questo caso l’obiettivo chiave è invece quello di ridurre le emissioni e il degrado degli ecosistemi provocati dall’industria alimentare, promuovendo «una trasformazione del sistema di produzione alimentare in un sistema etico, sostenibile e giusto per ogni specie vivente».
Non solo le città possono aderire alla campagna, ma anche individui, organizzazioni, aziende e accademie.
I tre cardini su cui si basa il trattato prevedono di:
- fermare l’ulteriore distruzione di ecosistemi e la deforestazione legate all’industria zootecnica e della terra bloccando nuovi cambi di utilizzo delle terre;
- mettere in atto una transizione attiva dai sistemi di produzione alimentare basati sull’uso di animali a quelli a base vegetale;
- ripristinare gli ecosistemi e riforestare la Terra.
Molte le misure che possono essere portate avanti da chi aderisce all’iniziativa: tra queste ci sono l’introduzione di programmi alimentari vegetali in scuole, ospedali e istituzioni, e l’introduzione di tasse sulla carne.
Leggi anche:
Il Niño potrebbe accelelare la fusione irreversibile del ghiaccio Antartico |