La siccità nell’ovest degli Stati Uniti è la peggiore degli ultimi 1200 anni
A dicembre le precipitazioni, anche nevose, avevano fatto ben sperare: ora invece si prevede che la mega siccità insisterà anche nel 2022
La siccità che ha colpito l’ovest degli Stati Uniti è la peggiore degli ultimi 1200 anni. A stabilirlo è un nuovo studio pubblico su Nature Climate Change che rileva come il periodo dal 2000 al 2021 sia stato il più secco degli 1200 anni. La siccità dello scorso anno, sottolineano gli scienziati, è stata “eccezionale” ma tutte le stime fanno pensare che il clima secco e asciutto possa proseguire anche nel 2022. I dati, inoltre, mettono in evidenza come la crisi climatica causata dall’uomo abbia peggiorato la siccità del 72%.
La siccità sta battendo tutti i record negativi al Nord: gli ultimi dati |
Siccità nell’ovest degli Stati Uniti, a dicembre precipitazioni consistenti anche a Los Angeles ma inefficaci
Le emissioni inquinanti causate dall’uomo hanno un impatto diretto sul clima nell’ovest degli Stati Uniti che negli ultimi due decenni è stato secco e asciutto con precipitazioni consistenti ma inefficaci. Per esempio nel mese di dicembre a Los Angeles sono caduti oltre 200 mm di pioggia, classificandolo come il secondo mese più piovoso mai registrato per la città, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration. Le speranze di una tregua dalla siccità si sono spente immediatamente già a gennaio 2022 che sempre a Los Angeles si classifica come l‘ottavo gennaio più secco mai registrato per la città. A metà febbraio, le cose stanno solo peggiorando.
Los Angeles corre ai ripari cercando di riciclare le acque reflue: il piano prevede che il 70% dell’acqua della città sia di provenienza locale entro il 2035
La mega siccità e il grave deficit idrico preoccupano non poco la Contea di Los Angeles che sta dunque correndo ai ripari con un sistema che prevede il riciclaggio delle acque reflue per essere meno dipendenti dall’acqua importata. Los Angeles ha così scavato diversi grandi bacini sterrati aperti, noti come terreni di diffusione, per assorbire le precipitazioni e ricaricare le falde acquifere sotterranee. I bacini accolgono anche l’acqua deviata dalle dighe. Sostanzialmente l’obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dall’acqua importata che attualmente, fino al 90% di quella utilizzata, arriva direttamente dalla California settentrionale, dalle montagne della Sierra Nevada e dal bacino del fiume Colorado. Il piano in corso d’opera prevede che il 70% dell’acqua della città sia di provenienza locale entro il 2035.
«Uno degli obiettivi principali della città di Los Angeles è riciclare il 100% di tutte le acque reflue», ha affermato alla CNN Traci Minamide, direttore operativo di Los Angeles Sanitation and Environment. «Questo ci aiuterà a fornire una fonte d’acqua locale che sia sostenibile e coerente».
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