Mauritius, continuano a morire delfini. Greenpeace chiede indagine urgente
Chiesti chiarimenti immediati sulle implicazioni della marea nera nelle morti dei cetacei. Anche i cittadini si mobilitano e chiedono risposte al governo
E’ affondata definitivamente, lunedì 24 agosto, la nave giapponese Wakashio trasportante petrolio, che a fine luglio si era incagliata in prossimità dell’isola di Mauritius. Il 7 agosto il Primo Ministro Pravind Jugnauth aveva dichiarato lo stato di emergenza ambientale, successivamente gli esperti hanno stimato l’arco temporale di un ventennio per ripulire le acque di Mauritius dall’enorme quantità di greggio riversata in mare.
Gli ambientalisti e la popolazione locale, oltre a denunciare i danni ambientali che continuano a verificarsi a causa dell’alto rischio del trasporto marittimo di petrolio, hanno chiesto che venga fatta una indagine sui decessi che stanno coinvolgendo i cetacei della zona. Si stanno registrando morti improvvise di delfini, ne sono state registrate almeno 40. Giovedì 27 agosto Greenpeace ha chiesto al governo di Mauritius di avviare “un’indagine urgente per determinare la causa delle morti e qualsiasi legame con la fuoriuscita di petrolio di Wakashio”.
La vera ricchezza dell’isola di Maruritus è la biodiversità, i danni provocati dall’incidente della nave Wakashio potrebbero creare danni significativi a lungo termine agli ecosistemi e di conseguenza mettere a rischio le fonti di sussistenza delle comunità locali. Greenpeace Africa fa appello al Governo di Mauritius chiedendo di evitare metodi pericolosi nella rimozione del petrolio, che potrebbero provocare impatti negativi ancora maggiori su già fragili barriere coralline, foreste di mangrovie, aree di riproduzione di pesci, crostacei e molluschi.
Greenpeace lancia anche una petizione per far pressione sul Governo di Mauriuts perché effettui le indagini sul caso Wakashio e prevenga eventuali disastri futuri, la petizione completa si può leggere e firmare qui: “PROTECT MAURITIUS, TAKE ACTION NOW #NEVERAGAIN”.
Intanto anche sui social network si diffondono i messaggi di solidarietà con tutti i cittadini di Mauritius che sono scesi in piazza per denunciare la presunta cattiva gestione del disastro petrolifero da parte del loro governo.
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