Negare il riscaldamento globale ad ogni ondata di gelo è un classico “argomento” di chi non conosce nemmeno la differenza tra meteo e clima. Purtroppo questo strafalcione è finito anche sulla bocca e sui potenti mezzi social di politici nostrani e sulle prime pagine di qualche quotidiano. Anche un ex presidente Usa non ha mai mancato di esternare questa perla di ignoranza ad ogni irruzione di aria gelida nel suolo statunitense.
Proprio la situazione di gelo eccezionale che sta colpendo gli Stati Uniti e anche molti Paesi europei nei giorni scorsi, ci spinge non tanto a smentire questa castroneria, ma a cercare di approfondire il legame “contro-intuitivo” tra queste situazioni di freddo eccezionale e il riscaldamento globale in atto.
Solo poche ore fa la World Meteorological Organization ha voluto pubblicare la mappa delle anomalie termiche in atto sulla Terra, giusto per rimarcare che sì, negli Stati Uniti il freddo è davvero estremo ma che tante altre zone del mondo nello stesso momento stanno sperimentano anomalie positive altrettanto evidenti.
As much of USA gripped by bitter cold, other parts of the globe are unusually warm
This map shows the 2 m air temperature anomaly (ie the departure from the 1979-2000 reference period)https://t.co/j4fBXDdLsg pic.twitter.com/VMvzdvfI6Z— World Meteorological Organization (@WMO) February 15, 2021
Gelo estremo negli Usa e riscaldamento globale: un legame c’è
Intervistato dal Guardian, Judah Cohen, climatologo del Mit e direttore delle previsioni stagionali presso l’Atmospheric and Environmental Research, cita il suo studio, da coautore, sull’aumento della frequenza delle tempeste invernali nel nord-est degli Stati Uniti tra il 2008 e il 2018. In questa ricerca viene messo in luce il legame tra l’anomalo riscaldamento dell’Artico con la discesa di aria gelida dal Polo Nord a latitudini molto basse, fino addirittura al confine tra Stati Uniti e Messico.
A catchy phrase or slogan helps sell an idea and to help explain the current historic #Arctic outbreak please remember “warm Arctic/#cold continents” I believe strongly that the two are not randomly coincident but physically linked. pic.twitter.com/gel85ZtKwA
— Judah Cohen (@judah47) February 16, 2021
Il riscaldamento nell’Artico ha enormi ripercussioni a livello globale
L’aumento della frequenza di queste incursioni gelide nel Nord America è, secondo Cohen, un sintomo del riscaldamento nell’Artico che si sta verificando a un ritmo più che doppio rispetto alla media e che sta sconvolgendo sistemi climatici consolidati. Sebbene le conseguenze di ciò non siano completamente state comprese, sta diventando evidente che molti degli eventi meteorologici estremi del mondo sono strettamente legati all’Artico e alle sue anomalie.
Nel caso dell’ondata di freddo del Texas, il fenomeno è iniziato nella prima settimana di gennaio, quando l’aria nella stratosfera sopra l’Artico si è riscaldata improvvisamente. Ciò ha creato una reazione a catena atmosferica che ha indebolito il vortice polare permettendo l’irruzione del gelo estremo nelle regioni più temperate dell’Asia, dell’Europa e del Nord America.
Gli effetti del rapido riscaldamento dell’Artico e della perdita di ghiaccio è un argomento di ricerca attiva ed è oggetto di un vivace dibattito scientifico. Un riscaldamento artico sproporzionato – e il conseguente indebolimento del gradiente di temperatura verso i poli – sta facendo sì che la circolazione dell’emisfero settentrionale assuma un carattere più meridionale (cioè più ondulato), sebbene non uniforme nello spazio o in base alla stagione. Questi cambiamenti nella circolazione causano un aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi come l’ondata di gelo in atto negli Stati Uniti.