Le isole Fiji stanno subendo in modo drammatico gli effetti della crisi climatica. L’innalzamento del livello del mare non è solo una minaccia, ma una realtà. Interi villaggi stanno per essere trasferiti altrove perché a breve non saranno più luoghi abitabili.
Le Fiji costituiscono un arcipelago di centinaia di isole a circa 2.000 km a nord della Nuova Zelanda. Già nel 2014 è diventata la prima nazione insulare del Pacifico a trasferire una comunità a causa dell’innalzamento del livello del mare. L’arcipelago del Pacifico comprende 330 isole, un terzo delle quali disabitato. Le due isole maggiori, Viti Levu e Vanua Levu, ospitano circa l’87% della popolazione che sta per raggiungere le 900 mila persone. Più della metà vive nell’isola maggiore, Suva, sede della capitale della Repubblica indipendente dal 1987. La stessa capitale rischia di essere inondata dall’oceano al massimo nel giro di 50 anni.
In questa fase sono 6 i villaggi trasferiti o in via di trasferimento con il sostegno del governo ed è ancora in fase di sviluppo un nuovo processo per dare priorità ai trasferimenti più urgenti.
Secondo l’attivista per il clima Salote Nasalo altri 795 villaggi dovranno trasferirsi e intanto i giovani del Pacifico continueranno a protestare contro l’inazione parte dei responsabili di questo disastro.
Delighted to be with civil society, youth groups and Indigenous communities in ?? Fiji for a keynote address at @ForumSEC , followed by inspiring words from @NasaloSalote
Listening to and championing these voices continues to be a priority of mine as @COP26 President pic.twitter.com/0lUoGn1E5x
— Alok Sharma (@AlokSharma_RDG) July 27, 2022
Le nazioni sviluppate, che hanno contribuito maggiormente al riscaldamento globale, non solo dovrebbero ridurre subito le loro emissioni, ma anche pagare per aver costretto gli isolani ai trasferimenti dovuti dall’innalzamento del livello del mare. I paesi vicini, come Nuova Zelanda e Australia, sono infatti tra i maggiori esportatori di carbone e gas al mondo.
Le isole del Pacifico minacciate dai cambiamenti climatici chiederanno alla Corte internazionale di giustizia di pronunciarsi sugli obblighi legali, in capo agli Stati, per contenere la crisi ambientale. In questo modo si potranno esercitare pressioni sulle nazioni responsabili della crisi climatica. Per i leader delle isole del Pacifico, che si sono riuniti a metà luglio nella capitale Suva, l’emergenza climatica è una minaccia “esistenziale”, legata alla crescita del livello del mare e alle tempeste sempre più potenti e distruttive. Al vertice hanno partecipato anche Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Samoa, Isole Salomone e Tonga.
I leader delle isole del Pacifico hanno lanciato un appello congiunto affinché la Corte dell’Aia chiarisca gli obblighi degli Stati “per proteggere i diritti delle generazioni presenti e future dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici”.
Un intervento della Corte Internazionale dovrebbe portare all’introduzione di un livello più alto livello di rischio legale per i paesi ad alta emissione di carbonio.
Fiji: l’aumento del livello del mare minaccia la vita dell’arcipelago
L’aumento del livello del mare non è una minaccia del prossimo futuro ma è in atto, con ripercussioni anche su foreste ed ecosistemi. La principale delle Fiji, la Viti Levu che si estende per circa 10.000 mila kmq, sta per venire sommersa a causa dell’innalzamento costante del livello del mare. La foresta è sempre più erosa dalle inondazioni di acqua salata e gli stessi fiumi non sono più habitat favorevoli per i pesci, prima risorsa alimentare.
Con aumento medio del livello del mare rispetto alla terraferma si indica un andamento di lungo termine (almeno trent’anni) che non tiene conto di fenomeni più brevi, come onde e maree. Esso è dovuto sia alla crescita del volume d’acqua presente negli oceani, sia agli spostamenti verticali della superficie delle terre emerse rispetto all’acqua. Il volume degli oceani varia per due motivi: la progressiva fusione dei ghiacci e il cambiamento della temperatura dell’acqua.