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Clima, ONU: dobbiamo fare di più per proteggere le persone e il pianeta

Adattarsi e aumentare la resilienza è «un imperativo morale, economico e sociale», ha spiegato la vice segretaria ONU

Nei giorni scorsi si è svolta una riunione delle Nazioni Unite in vista dei negoziati sul clima che si svolgeranno a Glasgow nel prossimo mese di novembre. La vice segretaria generale ONU ha sottolineato l’urgenza di intervenire con più decisione per contrastare i cambiamenti climatici e rendere il nostro mondo più resiliente, in modo da proteggere il pianeta e le persone più vulnerabili dagli impatti della crisi climatica che sono sempre più intensi e frequenti.

Amina Mohammed non ha dubbi: il 2021 sarà un anno cruciale, ha spiegato, e «non possiamo risparmiare le energie» per raggiungere l’obiettivo che ci siano dati con l’Accordo di Parigi, impegnandoci a limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C oltre i livelli preindustriali.
Mohammed si è soffermata anche sull’importanza di sostenere i Paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari, particolarmente esposti alle conseguenze più drammatiche dei cambiamenti subiti dal clima. In questi contesti una persona su tre non può fare adeguato affidamento su sistemi di allerta, e le donne e le ragazze, spesso escluse dai ruoli decisionali, rappresentano l’80 per cento degli sfollati provocati dall’emergenza climatica. La necessità di adattarsi e di essere resilienti è «un imperativo morale, economico e sociale», ha spiegato la vice segretaria ONU, denunciando come a queste realtà così vulnerabili sia destinato solo un quinto del totale dei finanziamenti per il clima. «Non possiamo aspettare» oltre per correggere queste carenze, ha avvertito.

Le Nazioni Unite hanno identificato 5 azioni necessarie ad aiutare i Paesi a rispondere all’emergenza climatica durante quest’anno. In primo luogo, è necessario che gli Stati più benestanti sostengano finanziariamente l’adattamento climatico, aumentando i propri sforzi almeno del 50 per cento entro giugno, mese in cui si svolgerà il vertice del G7.
L’accesso ai finanziamenti per il clima deve essere «razionalizzato, trasparente e semplificato» soprattutto per i Paesi più vulnerabili, ha sottolineato Mohammed, e serve un «aumento significativo» degli strumenti finanziari già esistenti progettati per la gestione dei disastri e di nuovi strumenti che permettano di rafforzare la nostra resilienza.
La vice segretaria dell’ONU ha aggiunto che è necessario dotare i Paesi in via di sviluppo di strumenti che permettano di tener conto dei rischi climatici in tutte le strategie. «Le informazioni relativi ai rischi sono il primo passo fondamentale – ha detto – per ridurre e gestire il rischio».

Un altro aspetto fondamentale riguarda il sostegno alle iniziative locali e regionali, specie nei Paesi e nelle comunità più vulnerabili che si trovano in prima linea ad affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici. Gli attori locali, comprese le popolazioni indigene, le donne e i giovani, devono avere «una voce molto più forte nelle decisioni che li riguardano» più da vicino, ha sottolineato Mohammed.

Amina Mohammed ha sottolineato l’importanza di affiancare queste cinque azioni a una riduzione del debito. «Non possiamo realizzare un decennio di trasformazione quando così tanti Paesi in via di sviluppo devono affrontare livelli di debito schiaccianti», ha detto, evidenziando la necessità di «una massiccia iniezione di liquidità e un ampio alleggerimento del debito, basato sulla reale vulnerabilità a cui sono esposte le realtà più fragili».

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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