La COP26 si avvicina, e tra la fine di ottobre e la prima parte di novembre riunirà a Glasgow i leader di quasi 200 paesi nel segno della cooperazione nella lotta alla crisi climatica. Si tratta di un tema caro anche a Papa Francesco, che in vista degli importanti negoziati di questo autunno si è esposto per la prima volta in una dichiarazione congiunta insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo e all’arcivescovo Justin Welby, che guidano la Chiesa ortodossa orientale e la Comunione anglicana.
I leader cristiani hanno pubblicato un “Messaggio Congiunto per la Tutela del Creato” invitando le persone a pregare per i leader mondiali in vista della COP26 di novembre ed esortando tutti a fare la propria parte per il futuro del pianeta.
«Chiediamo a tutti, qualunque sia la loro fede o visione del mondo, di sforzarsi di ascoltare il grido della terra e delle persone che sono povere» si legge nel messaggio congiunto.
I tre leader cristiani hanno avvertito che ci troviamo in «un momento critico». «Siamo di fronte a una giustizia dura – hanno detto -: la perdita di biodiversità, il degrado ambientale e il cambiamento climatico sono le conseguenze inevitabili delle nostre azioni, perché abbiamo consumato avidamente più risorse naturali di quanto il pianeta possa sopportare. Ma ci troviamo anche di fronte a una profonda ingiustizia: le persone che subiscono le conseguenze più catastrofiche di questi abusi sono le più povere del pianeta e sono state le meno responsabili per averle causate».
Preghiamo affinché tutti facciamo scelte coraggiose per uno stile di vita sobrio ed ecosostenibile, rallegrandoci per i giovani che vi si impegnano risolutamente. pic.twitter.com/qMEl6FHCzL
— Papa Francesco (@Pontifex_it) September 1, 2021
La pandemia di Covid-19 ha messo ogni essere umano di fronte alla propria vulnerabilità: «i nostri sistemi sociali si sono logorati e abbiamo scoperto che non possiamo controllare tutto», hanno detto i leader cristiani. «Ci troviamo deboli e ansiosi, immersi in una serie di crisi: sanitaria, ambientale, alimentare, economica e sociale, tutte profondamente interconnesse».
Ma non è una strada senza uscita: «Queste crisi ci offrono una scelta», e sta a noi decidere se affrontarle con miopia guardando ancora una volta solo al profitto, oppure cogliere questa occasione «come un’opportunità di conversione e trasformazione. Se pensiamo all’umanità come a una famiglia e lavoriamo insieme per un futuro basato sul bene comune, potremmo ritrovarci a vivere in un mondo molto diverso» Ma ognuno di noi, avverte Papa Francesco con il patriarca ecumenico Bartolomeo e l’arcivescovo Welby, deve assumersi individualmente «la responsabilità del modo in cui utilizziamo le nostre risorse».
«Questo cammino richiede una collaborazione sempre più stretta tra tutte le Chiese nel loro impegno a prendersi cura del creato. Insieme, come comunità, chiese, città e nazioni, dobbiamo cambiare rotta e scoprire nuovi modi di lavorare insieme per abbattere le tradizionali barriere tra i popoli, smettere di competere per le risorse e iniziare a collaborare».
«Questa è la prima volta – osservano le guide cristiane – che noi tre ci sentiamo in dovere di affrontare insieme l’urgenza della sostenibilità ambientale, il suo impatto sulla povertà persistente e l’importanza della cooperazione globale. Insieme, a nome delle nostre comunità, facciamo appello al cuore e alla mente di ogni cristiano, ogni credente e ogni persona di buona volontà. Preghiamo per i nostri leader che si riuniranno a Glasgow per decidere il futuro del nostro pianeta e della sua gente. Ancora una volta ricordiamo la Scrittura: “Scegli la vita, perché viva tu e i tuoi figli” (Dt 30,19). Scegliere la vita significa fare sacrifici ed esercitare l’autocontrollo».
«Tutti noi, chiunque e ovunque siamo, possiamo svolgere un ruolo nel cambiare la nostra risposta collettiva alla minaccia senza precedenti del cambiamento climatico e del degrado ambientale. Prendersi cura della creazione di Dio è un incarico spirituale che richiede una risposta di impegno. Questo è un momento critico. Il futuro dei nostri figli e il futuro della nostra casa comune dipendono da questo».
Il testo integrale del messaggio congiunto è disponibile a questo link.