Cina, svelata la bozza del nuovo piano quinquennale: c’è anche l’obiettivo delle emissioni zero, ma non è ancora chiaro come Pechino intenda realizzarlo
Deluse le aspettative di chi si aspettava maggiori chiarimenti circa l'impegno per il clima: le politiche della Cina in materia di emissioni saranno decisive per il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi
La versione definitiva del piano quinquennale della Cina, primo Paese al mondo per le emissioni di gas serra, suscita grande attesa anche per quanto riguarda la salute del Pianeta e il futuro dell’Accordo di Parigi. La bozza del nuovo piano, che segnerà la rotta per l’economia della Cina fino al 2025, è stata presentata oggi in sede di revisione: si conferma decisamente ambiziosa dal punto di vista economico, ma fornisce poche indicazioni sugli obiettivi climatici.
Pechino punta in alto per crescita economica e sviluppo
Durante il Congresso Nazionale del Popolo – il massimo organo legislativo nazionale, che ha aperto oggi i lavori della propria sessione annuale – è infatti emerso che solo nel 2021 la Cina punta a una crescita economica di oltre il 6 per cento (ma alcuni analisti hanno stimato che l’economia cinese sia destinata a crescere almeno del 6,8%) e alla creazione di oltre 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane.
Al centro del piano resta l’innovazione, e il Paese ha programmato una crescita annuale di almeno il 7 per cento della spesa dedicata alla ricerca e allo sviluppo.
Anche qualità dell’aria e clima nel Piano Quinquennale della Cina, ma Pechino finora ha fornito poche indicazioni su come intende ridurre le emissioni
«La Cina promuoverà uno sviluppo green e faciliterà una coesistenza armoniosa tra gli esseri umani e la natura», annuncia il Congresso Nazionale del Popolo, che oggi ha fatto sapere che il piano quinquennale prevede tra le altre cose un taglio delle concentrazioni di PM2.5 nelle città di oltre il 10 per cento.
Decisamente meno dettagliate le novità che riguardano il clima: nello scorso autunno il presidente della Cina, Xi Jinping, aveva favorevolmente sorpreso un po’ tutti annunciando che il Paese, maglia nera per le emissioni di gas serra, avrebbe raggiunto la neutralità climatica entro il 2060, e da mesi si attendevano notizie sul piano quinquennale che permettessero di fare chiarezza sugli obiettivi del Dragone. Quanto rivelato finora, però, non ha cancellato le incertezze.
Il premier si è infatti limitato a confermare che la Cina punta a raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e a ridurre le emissioni di anidride carbonica per unità di PIL nei prossimi cinque anni, fissando il rapporto al 18%.
Citato dal Financial Times, l’attivista di Greenpeace East Asia Li Shuo ha sottolineato che l’obiettivo del 18 per cento manda un «segnale indeciso»: «speravamo in più risposte sulle questioni climatiche – ha affermato – ma quello che abbiamo ottenuto sono più domande».
Timide speranze arrivano dal settore dell’energia, in particolare dall’assenza di bandi per nuove centrali al carbone, anche se per quanto riguarda le rinnovabili la bozza del piano appare deludente: in generale, si limita a raccomandare l’espansione di eolico e solare, insieme alla generazione di energia dalla combustione dei rifiuti. Pechino sembra puntare con più decisione sul gas e il nucleare. Il piano prevede investimenti importanti nelle infrastrutture per il gas e spinge sullo sfruttamento degli idrocarburi non convenzionali, mentre per il nucleare delinea l’obiettivo di raggiungere una potenza installata di 70 GW al 2025.