Green Deal, passi avanti in Europa: via libera a 3 proposte chiave
La Commissione Europea ha adottato tre nuove iniziative necessarie ad attuare il Green Deal Europeo
La Commissione Europea ha adottato tre nuove iniziative necessarie ad attuare il Green Deal Europeo. Tre i punti chiave su cui si sono registrati passi avanti: la deforestazione e il degrado delle foreste, la gestione dei rifiuti, la protezione e il ristoro del suolo entro il 2050.
Verso il Green Deal Europeo: via libera al nuovo regolamento per frenare la deforestazione e il degrado delle foreste provocato dall’Unione Europea.
Se prendiamo in considerazione solo il periodo tra il 1990 e il 2020, il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foreste, un’area più grande dell’intera Unione Europea. Una delle nuove iniziative adottate dalla Commissione Europea nell’ambito del Green Deal riguarda proprio questo problema, e mira a garantire che i prodotti acquistati, utilizzati e consumati dai cittadini europei e nei mercati europei non contribuiscano alla deforestazione globale e al degrado delle foreste.
I prodotti che presentano le maggiori criticità in questo senso sono soprattutto collegati al settore agricolo e alla produzione di cibo: soia, carne, olio di palma, legno, cacao, caffè.
Il regolamento approvato dalla Commissione Europea impone delle norme per le aziende che vogliono vendere i propri prodotti sul mercato europeo, chiamate ora ad assicurare che tali prodotti non contribuiscano alla deforestazione.
Anche in questo campo Bruxelles conferma l’obiettivo di porsi come leader globale e annuncia l’intenzione di avviare un dialogo multilaterale con altri Paesi ad alto consumo di prodotti di questo tipo. «Promuovendo il consumo di prodotti deforestation-free e riducendo l’impatto dell’Unione Europea sulla deforestazione globale e il degrado delle foreste – annuncia la Commissione Europea in una nota -, ci si aspetta che le nuove regole riducano le emissioni di gas serra e la perdita di biodiversità. Affrontare la deforestazione e il degrado del suolo avrà anche un impatto positivo sulle comunità locali, incluse le popolazioni più vulnerabili come i popoli indigeni, che dipendono fortemente dagli ecosistemi delle foreste».
Nuove regole UE anche per l’esportazione dei rifiuti
Tra i punti chiave su cui si sono visti passi avanti nell’ambito del Green Deal Europeo c’è anche la questione dei rifiuti che gli Stati membri esportano, in grande quantità, verso nazioni incaricate del loro smaltimento. Le conseguenze di questa pratica sono spesso molto gravi per l’ambiente e per la salute delle persone che vivono nelle zone in cui i rifiuti europei vengono smaltiti, perché in molti casi lo smaltimento non segue le norme in vigore nel nostro continente.
Il nuovo regolamento adottato dalla Commissione Europea prevede una stretta sulle esportazioni dei rifiuti, un sistema più efficiente per la loro gestione come risorsa e un contrasto più rigido del traffico illegale. «L’esportazione dei rifiuti verso Paesi non OCSE sarà limitata, e permessa solo se i Paesi terzi vorranno ricevere determinate tipologie di rifiuti e saranno in grado di gestirli in modo sostenibile», spiega la Commissione Europea. «La spedizione di rifiuti verso Paesi OCSE sarà monitorata e potrà essere sospesa nel caso si verifichino seri problemi ambientali nei Paesi destinatari».
Si stabilisce inoltre che tutte le aziende europee che si occupano di esportare i rifiuti al di fuori dell’Unione debbano garantire che gli impianti che li ricevono siano soggetti a un audit indipendente che dimostri che gestiscono i rifiuti in modo ecologicamente corretto.
All’interno dell’Unione Europea, invece, si propone di semplificare le procedure in vigore per favorire l’economia circolare senza abbassare il livello dei controlli. Un’economia circolare, sottolinea Bruxelles, aiuta a «ridurre la dipendenza dell’Unione Europea per quanto riguarda la fornitura di materie prime e favorisce l’innovazione e la decarbonizzazione dell’industria europea, necessaria a raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione».
Green Deal Europeo: un nuovo regolamento per avere un terreno in salute entro il 2050
Il terzo punto chiave affrontato dalla Commissione Europea è quello relativo all’EU Soil Strategy, che prevede diverse misure volte a proteggere, ripristinare e a utilizzare in modo sostenibile il suolo. «I suoli sani solo la base per il 95 per cento del cibo di cui ci nutriamo, ospitano più del 25 per cento della biodiversità del mondo e sono il più grande bacino terrestre di carbonio – afferma la Commissione Europea -. Tuttavia, il 70 per cento dei suoli nell’Unione Europea non è in buone condizioni».
La Soil Strategy propone misure sia volontarie sia giuridicamente vincolanti e mira ad aumentare il carbonio immagazzinato nel terreno agricolo, combattere la desertificazione e ripristinare i terreni e i suoli degradati. L’obiettivo è quelli di avere tutti gli ecosistemi del suolo in buone condizioni entro il 2050 garantendo al suolo lo stesso livello di protezione che l’UE prevede già per l’acqua, l’ambiente marino e l’aria.
Dopo un’approfondita valutazione e la consultazione degli Stati membri e delle parti interessate, si punta ad avere una proposta per una nuova legge sulla salute del suolo entro il 2023, fa sapere Bruxelles.
Il vice presidente esecutivo per il Green Deal Europeo, Frans Timmermans, ha commentato l’adozione delle nuove iniziative sottolineando che «per avere successo nella lotta globale contro le crisi del clima e della biodiversità dobbiamo assumerci la responsabilità di agire in casa come all’estero». Entrando più nel dettaglio delle 3 iniziative adottate da Bruxelles, poi, ha spiegato che «Il regolamento relativo alla deforestazione risponde alla richiesta dei cittadini di ridurre al minimo il contributo dell’Europa alla deforestazione nel mondo e promuovere un consumo sostenibile. Le nuove regole relative alla spedizione dei rifiuti all’estero daranno una spinta all’economia circolare e assicureranno che l’esportazione di rifiuti non danneggi l’ambiente o la salute umana in altre località. La Soil Strategy, infine, permetterà al suolo di tornare in salute, di essere utilizzato in modo sostenibile e di ricevere la protezione legale di cui ha bisogno».
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