Trump non dà tregua all’ambiente neanche a pochi giorni dalle elezioni: eliminate le tutele per “il polmone del Nord America”
A pochi giorni dalle elezioni che decreteranno il futuro degli Stati Uniti, e non solo, Donald Trump dà un’ennesima spallata all’ambiente.
I 4 anni dell’amministrazione Trump sono stati contrassegnati dalla costante lotta del tycoon contro l’ambiente, che ha portato tra le altre cose all’eliminazione di numerose norme che tutelavano terra, foreste e oceani, e all’addio all’Accordo di Parigi, che diventerà effettivo tra una manciata di giorni con conseguenze che rischiano di essere molto serie per la lotta ai cambiamenti climatici.
Fino all’ultimo secondo Trump non si è smentito, e tra le mosse finali di questa amministrazione ecco spuntare un nuovo colpo contro l’ambiente: nella foresta nazionale di Tongass, in Alaska, verranno revocate le protezioni. Via libera dunque al disboscamento anche in quello che viene considerato come il “polmone verde” del Nord America, la più grande foresta pluviale temperata intatta (finora) del mondo. Da un recente rapporto è emerso, infatti, che questa foresta preziosissima assorbe più carbonio di qualsiasi altra foresta nazionale.
Composta da alberi secolari, la foresta ospita anche una riserva unica al mondo di biodiversità, inclusa la più grande colonia conosciuta di aquile calve, e da vent’anni è protetta dal divieto di costruire strade e raccogliere legname. Situata sulla costa meridionale dell’Alaska, secondo gli esperti rappresenta uno degli ultimi baluardi rimasti contro i cambiamenti climatici.
Significative le dichiarazioni di Adam Kolton, direttore esecutivo dell’Alaska Wilderness League: «il Tongass è l’Amazzonia americana», ha detto, e la mossa del presidente «è una calamità per il nostro clima, per la fauna selvatica e per l’economia» dell’intera regione.
Se l’astio trumpiano nei confronti del nostro Pianeta viene ogni volta giustificato con motivazioni economiche, per cui proteggere l’ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici richiederebbe costi troppo elevati e perdite insostenibili di posti di lavoro, i dati dicono il contrario. Uno studio del Center for Sustainable Economy ha recentemente calcolato che i programmi federali di disboscamento provocano perdite di quasi due miliardi di dollari all’anno per i contribuenti.