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Storie di animali ai tempi del lockdown

L'India divisa tra scimmie, pavoni, elefanti che assaltano le città e cani randagi e mucche stremati dalla fame

In tutto il mondo in lockdown la natura e gli animali sembrano stare riappropriandosi dei propri spazi: in particolare in India con le misure di contenimento in vigore per cercare di rallentare la diffusione del covid-19, scimmie, elefanti e pavoni stanno letteralmente assaltando le città. Centinaia di macachi sono stati avvistati al palazzo presidenziale di New Delhi, una delle più grandi residenze di capi di stato in tutto il mondo. Si estende per 19000 metri quadrati e comprende 4 piani e 340 stanze: l’intero complesso della Casa Bianca degli Stati Uniti è 17 volte più piccolo e si tratta della terza residenza più estesa di un capo di Stato del mondo dopo il Palazzo del Quirinale a Roma e Ak Saray ad Ankara. Gli animali si sono spinti fino all’interno del complesso. “Finora rubano molto ma non minacciano gli esseri umani”, ha precisato un ufficiale di guardia.

Foto di Stefania Andriola

A Mumbai, oltre le scimmie, sono stati segnalati numerosi pavoni appollaiati sui tetti delle auto parcheggiate, che fanno mostra del loro inconfondibile piumaggio. A Gangtok, città di circa 30000 abitanti, capoluogo del distretto del Sikkim orientale, un orso nero himalayano è riuscito ad entrare in un ufficio delle telecomunicazioni ferendo un ingegnere, mentre sui social network girano video di elefanti che vagano per le strade deserte. C’è però anche un risvolto molto negativo: volontari hanno già lanciato l’allarme sul numero crescente di cani e di altri animali da compagnia abbandonati e ridotti alla fame. Altri attivisti hanno denunciato l’abbandono di centinaia di cavalli e la morte per fame di 4 esemplari utilizzati per trasportare turisti in giro vicino al Victoria Memorial a Calcutta. Sono numerosi i proprietari di animali che denunciano di avere a malapena i soldi per sfamare le famiglie e di non riuscire a pensare ad altro. Cani randagi e mucche, abituati a rovistare nei rifiuti, con negozi e ristoranti chiusi rischiano di decimarsi.

Foto di Stefania Andriola

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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