Australia, gli eventi estremi hanno danneggiato quasi la metà degli ecosistemi marini
I tempi di recupero sono lunghissimi: ci vogliono dai 4 ai 60 anni
Gli eventi meteo estremi come ondate di caldo, alluvioni e siccità, hanno danneggiato quasi la metà degli ecosistemi marini lungo le coste dell’Australia in soli 7 anni. Lo dimostra una ricerca della CSIRO, l’agenzia scientifica nazionale dell’Australia. Tra il 2011 e il 2017 più di 8 mila chilometri di costa hanno subito gli effetti di eventi meteo estremi e, in alcuni casi, i danni causati all’habitat marino sono irreversibili.
Spesso, quando si pensa alle ricadute ambientali dei cambiamenti climatici in Australia si pensa principalmente alla Grande barriera corallina. Questo studio però fa capire come, in realtà, gli effetti si possono leggere attorno a tutto il continente.
Quasi la metà (il 45%) degli ecosistemi marini lungo le coste dell’Australia sono stati danneggiati dagli eventi meteo estremi. Nello studio sono stati analizzati gli effetti sul mare causati da ondate di calore, piogge intense portate da tempeste tropicali o cicloni, episodi di siccità e le ricadute su coralli, kelp, mangrovie, praterie sottomarine e sulle specie marine che abitano in questi ambienti.
Gli eventi estremi che hanno segnato l’Australia dal 2011
Lo sbiancamento dei coralli si è verificato lungo gran parte del nord dell’Australia a causa delle ondate di caldo marine avvenute in zone diverse negli anni 2011, 2013, 2016 e 2017. Le praterie sottomarine sono state danneggiate durante le piogge eccezionali cadute e, insieme alle alghe kelp, l’ondata di caldo marina del 2011. Le foreste di mangrovie hanno subito danni pesantissimi durante il fenomeno del Niño del 2016.
Conseguenze irreversibili: la frequenza degli eventi estremi blocca l’evoluzione
Lo studio ha dimostrato come gli eventi meteo estremi, ormai sempre più frequenti, aggravano gli effetti dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Ad esempio, spiegano i ricercatori, le ondate di calore peggiorano gli effetti del riscaldamento globale e lasciano agli organismi viventi un tempo sempre più limitato per adattarsi.
I tempi di recupero dopo ogni singolo evento meteo estremo sono impressionanti: considerando ogni singola specie in esame ci vogliono dai 4 ai 60 anni per ritornare come prima. In media i tempi di recupero sono di 10-15 anni, ma gli ecosistemi marini attorno all’Australia difficilmente hanno il tempo di farlo tra un evento estremo e l’altro. Questo non fa che alterare e compromettere la loro struttura e la loro funzione. Gli effetti a lungo termine, inoltre, ricadono anche su altre specie marine vegetali e animali: si crea una sorta di effetto domino che danneggia via via l’intero ecosistema marino. E questo avviene non solo qui, ma su sala globale.
La natura degli eventi estremi, con effetti molto diffusi e senza precedenti, ha ripercussioni su tutto l’ecosistema. Le previsioni suggeriscono che la mortalità delle specie che formano l’habitat sarà sempre più frequente e incisiva, tanto da avere profonde conseguenze, talvolta irreversibili. Gli eventi meteo estremi causano repentini cambiamenti ecologici che hanno ricadute più difficili da superare rispetto ad un graduale innalzamento delle temperature. Un cambiamento graduale, infatti, permetterebbe alle specie di adattarsi ed evolvere, mentre questi scossoni climatici potrebbero essere molto più ardui da sopportare.