Incendi in California, cosa c’entrano i “colpi di frusta idroclimatici”
Almeno 28 le vittime accertate finora. Cruciale il ruolo dei cambiamenti climatici
Incendi estremi stanno devastando parte della California meridionale, con effetti catastrofici soprattutto nell’area di Los Angeles: finora hanno divorato un’area pari a circa due volte il territorio comunale di Napoli, distrutto più di 12 mila strutture e ucciso almeno 28 persone.
Secondo l’analisi, pubblicata su Nature, un fattore cruciale dietro questi eventi estremi sono i cosiddetti “colpi di frusta idroclimatici” (hydroclimate whiplash). Questo termine descrive l’alternanza rapida e intensa tra periodi di precipitazioni abbondanti e siccità estrema, un fenomeno che sta diventando più frequente a causa dei cambiamenti climatici.
Crescita anomala della vegetazione e siccità estrema
Negli ultimi anni, la California ha vissuto un’alternanza di eventi climatici estremi. Gli inverni particolarmente piovosi del 2023 e 2024 hanno stimolato una crescita eccezionale della vegetazione.
Tuttavia, l’estate del 2024 è stata la più calda mai registrata nello stato, seguita da un autunno e un inverno estremamente aridi. Questa sequenza ha creato un mix esplosivo: la vegetazione cresciuta in eccesso è stata rapidamente essiccata, diventando un combustibile ideale per gli incendi.
Il ruolo dei cambiamenti climatici negli incendi in California
Secondo lo studio, i cambiamenti climatici amplificano questi fenomeni attraverso due meccanismi principali:
- Aumento dell’evaporazione: temperature più alte rendono l’atmosfera capace di trattenere più umidità, prosciugando il terreno e la vegetazione.
- Eventi meteorologici estremi più frequenti: con un aumento di 3°C rispetto ai livelli pre-industriali, si prevede un raddoppio dei casi di hydroclimate whiplash.
Questo fenomeno è stato paragonato al funzionamento di una spugna: l’atmosfera si comporta come una spugna che assorbe e rilascia grandi quantità di acqua, causando sia siccità estrema sia piogge torrenziali.
Impatti sugli incendi e sulla gestione delle risorse idriche
Daniel Swain, climatologo dell’Università della California, ha sottolineato che l’intensificarsi di questi colpi di frusta ha raddoppiato il rischio di incendi. La sovrapposizione tra stagioni di vegetazione secca e venti forti, come i venti di Santa Ana, sta prolungando la stagione degli incendi, che ora si estende fino all’inverno. Inoltre, la riduzione delle precipitazioni nei periodi intermedi, come primavera e autunno, peggiora ulteriormente le condizioni.
Conseguenze future e soluzioni urgenti
Gli incendi di gennaio 2025, alimentati da venti che hanno raggiunto i 161 km/h, hanno dimostrato quanto siano pericolosi questi eventi combinati. Rispetto a un evento simile nel 2011, i roghi del 2025 sono stati amplificati dalla siccità estrema in corso. Gli scienziati avvertono che, senza interventi significativi per ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la gestione delle risorse idriche, questi fenomeni diventeranno sempre più distruttivi.
Occorre quindi adottare strategie integrate per affrontare contemporaneamente il rischio di siccità e inondazioni, ridurre il carico di combustibile nelle foreste e intensificare le azioni di adattamento climatico. Solo così si potrà mitigare l’impatto devastante dei colpi di frusta idroclimatici sulla California e su altre regioni del mondo.
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