Il mondo dei motori e la corsa verso le Emissioni Zero
Il mondo del motorsport, tra cui la prestigiosa Formula 1, è sotto pressione per ridurre drasticamente le proprie emissioni di carbonio mentre il cambiamento climatico continua a peggiorare. Come molte altre discipline, anche la F1 ha preso un impegno ambizioso: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030. Questo obiettivo richiede una riduzione sostanziale delle emissioni legate allo sport e l’adozione di misure per eliminare le emissioni residue.
Uno dei passi fondamentali verso questa meta sarà l’adozione obbligatoria di carburanti sostenibili al 100% a partire dal 2026, una transizione che è già iniziata con l’introduzione del 10% di bioetanolo nei carburanti attuali. Tuttavia, una tecnologia in particolare potrebbe davvero cambiare le carte in tavola: i carburanti sintetici.
Questi carburanti, pensati per essere a emissioni zero, vengono prodotti combinando idrogeno e carbonio per creare idrocarburi, simili a quelli presenti nella benzina tradizionale. La differenza sostanziale risiede nella fonte: il carbonio viene estratto direttamente dall’aria, mentre l’idrogeno è ricavato dall’acqua attraverso l’elettrolisi, alimentata da energie rinnovabili come il vento e il sole. Questo processo innovativo è già in atto presso aziende come Zero Petroleum, che sta sviluppando carburanti senza fossili replicando i componenti base della benzina, del carburante per jet e del diesel.
Questi carburanti sintetici suscitano grande interesse nel mondo dei motori, anche se l’adozione su larga scala è ancora lontana. Attualmente, il costo di produzione è un ostacolo significativo: ad esempio, il prezzo del carburante sintetico è stimato essere quattro volte superiore rispetto a quello della benzina tradizionale. Questo impedisce una rapida diffusione nel mondo delle corse.
Un ingegnere esperto ha spiegato che, sebbene i costi di produzione siano ancora elevati, si prevede una diminuzione nei prossimi anni man mano che la produzione aumenterà. Ricerche recenti suggeriscono che il prezzo dell’idrogeno verde, ottenuto dall’elettrolisi alimentata da energie rinnovabili, potrebbe scendere al di sotto di quello dell’idrogeno grigio, che deriva dai combustibili fossili, entro la fine di questo decennio.
L’eredità della Formula 1 e l’inizio di un nuovo capitolo
Un ex ingegnere di Formula 1, con una lunga esperienza in squadre vincenti, ha raccontato il suo entusiasmo per il cambiamento in atto nel mondo dei motori, sottolineando come la sostenibilità sia diventata una priorità. L’ingegnere ha dichiarato che la F1 è sempre stata un terreno fertile per lo sviluppo di nuove tecnologie e che ora si trova all’avanguardia della transizione verso carburanti più sostenibili.
Nonostante Zero Petroleum sia un’azienda giovane, fondata solo quattro anni fa, è già riuscita a costruire solide fondamenta nel settore grazie all’esperienza di molti ex ingegneri della F1 con cui collabora attivamente. L’azienda ha recentemente lavorato in sinergia con una nota squadra di Formula 1, permettendo ai loro piloti di testare il carburante sintetico su veicoli iconici come la Lamborghini Miura del 1967 e la più moderna Huracán Sterrato. I risultati sono stati impressionanti: i motori hanno mantenuto la potenza e il suono distintivo che gli appassionati di motorsport amano, senza sacrificare le prestazioni.
Nonostante gli ostacoli, il settore sta facendo progressi significativi. Diverse competizioni automobilistiche hanno già iniziato a utilizzare carburanti sintetici. Ad esempio, la Porsche Mobil 1 Supercup utilizzerà esclusivamente carburanti sintetici prodotti in un impianto in Cile, dimostrando che è possibile fare passi avanti verso la neutralità carbonica anche nel mondo delle corse.
Le sfide per la Formula 1
Nonostante gli sforzi, rimangono dubbi sulla capacità della F1 di raggiungere il suo obiettivo di emissioni zero entro il 2030. Un esperto del settore ha elogiato le nuove normative sui carburanti previste per il 2026, sottolineando come la F1 rappresenti una piattaforma ideale per sviluppare e migliorare nuove tecnologie. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga e irta di difficoltà.
Uno dei principali ostacoli riguarda la partnership della F1 con un’importante compagnia petrolifera, spesso criticata per il cosiddetto “greenwashing”, ovvero la promozione di iniziative ecologiche solo a fini di marketing, mentre continua a produrre combustibili fossili. Inoltre, diversi esperti ritengono che l’elettrificazione delle auto sarebbe una soluzione più efficiente rispetto ai carburanti sintetici, ma ci sono limiti tecnici. Ad esempio, le distanze percorse nelle gare di F1 sono troppo lunghe per essere sostenute interamente dall’energia elettrica senza frequenti ricariche.
La F1 ha introdotto altre misure per ridurre le emissioni, come l’uso di carburanti sostenibili per il trasporto aereo e l’incremento delle spedizioni via mare, che risultano meno inquinanti se effettuati con cargo nuovi di recente fabbricazione. Tuttavia, queste azioni potrebbero non essere sufficienti. Il trasporto di auto, pezzi di ricambio ed equipaggiamenti tra le varie sedi delle gare rappresenta quasi il 50% dell’impronta di carbonio della F1, rendendo difficile una riduzione significativa delle emissioni in tempi brevi.
La strada verso il futuro sostenibile del motorsport
La Formula 1 sta senza dubbio compiendo passi importanti verso la sostenibilità, ma rimane la sfida di raggiungere il suo ambizioso obiettivo di neutralità carbonica. Mentre l’introduzione di carburanti sintetici rappresenta un passo avanti significativo, altre questioni cruciali come la logistica e l’impatto ambientale delle gare su scala globale devono essere affrontate con urgenza. La comunità del motorsport guarda con speranza al futuro, nella convinzione che innovazioni come i carburanti sintetici possano accelerare la transizione verso un mondo delle corse più verde e sostenibile, senza perdere di vista la passione e l’adrenalina che hanno sempre contraddistinto questo sport.