Incendi in Amazzonia, Siberia e Africa: gli effetti “impalpabili” su qualità dell’aria e clima
Ad agosto quasi 80 mila incendi nel mondo hanno liberato in atmosfera gas nocivi e aerosol inquinanti
I devastanti incendi che hanno bruciato vaste zone di Siberia, Amazzonia e Africa centrale non hanno causato solo una terribile perdita in termini di superficie forestale e biodiversità, ma hanno anche lasciato un segno nell’atmosfera, con ricadute sul clima mondiale e sulla qualità dell’aria. Dai dati satellitari analizzati dall’Agenzia Spaziale Europea, emerge che nel mese di agosto 2019 sono divampati 79 mila incendi nel mondo, un numero incredibilmente più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando se ne contarono circa 16500.
Le conseguenze degli incendi si fanno sentire sul clima globale. Tutti noi beneficiamo dei polmoni verdi del Pianeta terra. Le foreste, inoltre, sono in grado di assorbire e trattenere l’anidride carbonica, uno dei principali gas serra responsabili del riscaldamento globale. Gli effetti negativi degli incendi sono stati quindi amplificati da una parte liberando enormi quantità di CO2 e dall’altra eliminando l'”effetto spugna” degli alberi. Un circolo vizioso per il riscaldamento globale.
Incendi: le ricadute sulla qualità dell’aria
Non solo anidride carbonica: gli inquinanti che sono stati rilasciati in atmosfera sono molti. Tra i gas liberati dagli incendi c’è anche il diossido di azoto, l’ozono, la formaldeide, l’anidride solforosa ma anche altri aerosol. Tutti inquinanti spesso associati al traffico veicolare che, sebbene impalpabili, influiscono negativamente sulla salute di chi li respira.
La missione Copernicus Sentinel-5P ha monitorato la qualità dell’aria nelle zone interessate dagli incendi nei mesi di luglio e agosto. Le concentrazioni di formaldeide liberata in atmosfera sono impressionanti. La formaldeide è un gas intermedio nell’ossidazione del metano e altri idrocarburi. La formaldeide reagisce chimicamente in atmosfera diventando una importante fonte di monossido di carbonio.
La “nuvola” di fumo e aerosol è stata intercettata sul Brasile dai sensori sui satelliti. Il fumo degli incendi ha addirittura oscurato il sole nella città di San Paolo: è successo tra il 19 e il 20 agosto. Se respirati, queste minuscole particelle possono causare problemi cardiovascolari e respiratori.