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Inquinamento da plastica, un nuovo enzima potrebbe fare la differenza

Ogni anno vengono prodotte quasi 360 milioni di tonnellate di materie plastiche e il riciclo è sempre stato un miraggio

La plastica è tra le maggiori cause di inquinamento ambientale e le stime attuali indicano che dei 359 milioni di tonnellate di materie plastiche prodotte ogni anno in tutto il mondo, 150-200 milioni di tonnellate si accumulino in discarica o nell’ambiente naturale con danni irreversibili agli ecosistemi, soprattutto quelli marini. La plastica più comune e utilizzata è il polietilene tereftalato (PET), impiegato per creare bottiglie e flaconi. Il Pet è scarsamente riciclabile ed è un materiale molto resistente. Al massimo si possono ricavare fibre di bassa qualità utilizzate nel settore dell’abbigliamento. Da una bottiglia di plastica non si può, insomma, ricavarne un’altra attraverso il riciclo.

Una speranza arriva dal lavoro di un gruppo di scienziati della Carbios, un’azienda francese impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie bio-industriali, e di ricercatori dell’Istituto per le biotecnologie di Tolosa. Un nuovo enzima, scoperto e analizzato per la prima volta in un compost di foglie, potrebbe dare un grosso contributo al riciclo vero della plastica. Questo enzima riuscirebbe a ricavare dalla plastica PET di qualità elevata. Il Pet riciclato biologicamente presenta le stesse proprietà del PET petrolchimico e può essere prodotto da rifiuti di Pet depolimerizzati enzimaticamente, prima di essere trasformato in bottiglie, contribuendo così al concetto di economia circolare. L’azienda Carbios ha annunciato l’intenzione di raggiungere il riciclaggio su scala industriale entro cinque anni.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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